Polveri sottili viste dall’alto

Un nuovo sistema di monitoraggio delle polveri sottili, basato su dati satellitari invece che rilevamenti terresti, è appena approdato in Italia. Si tratta di PM mapper, un software in grado di mappare la dispersione atmosferica delle polveri, in particolare di quelle più piccole e pericolose, le pm2.5 (2,5 millesimi di millimetro) e delle famigerate pm10 contenute nei gas di scarico delle macchine e dell’industria.

PM mapper è stato perfezionato e portato in Italia da tre giovani fisici di Ferrara, uno dei quali aveva partecipato all’elaborazione del sistema satellitare alla base del progetto. Il sistema, ideato dalla Nasa e testato dall’Università dell’Alabama, aveva dimostrato la sua validità già nel 2003: uno studio su Geophysical research letters aveva infatti concluso che i dati relativi alla presenza di micropolveri nell’aria provenienti dai satelliti coincidevano con quelli misurati a terra. PM mapper raccoglie i dati provenienti da Acqua e Terra, due satelliti statunitensi, ed è in grado di monitorare un’area geografica ben più ampia di quella coperta dalle centraline di rilevazione terrestre. Marco Folegani, uno dei tre fisici di Ferrara, sostiene che il sistema satellitare potrebbe essere un’ integrazione ideale del monitoraggio terrestre: il primo può fornire un dato medio e geograficamente esteso, in grado di coprire anche il territorio nazionale; il secondo può rilevare le polveri presenti in aree circoscritte, come strade e piazze.

Per commercializzare PM mapper, i tre scienziati ferraresi hanno fondato Meeo, una società hi-tech sostenuta da I Tech Off, programma regionale di sostegno alle nuove imprese dell’Itc, nato dalla collaborazione fra Aster, (il consorzio per lo sviluppo tecnologico dell’Emilia Romagna), l’Università di Bologna, Fondazione Alma Mater e il Ministero delle attività produttive. (s.o.)

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