Quel che non dicono i bilanci

E’ difficile valutare quanto sia innovativa una azienda, e dunque il suo valore di mercato, basandosi sui bilanci presentati. Specialmente se si tratta di una azienda di servizi. Gli attuali medodi di rendicontazione,  infatti, non danno il giusto risalto ad alcuni fattori, per esempio il capitale umano, che pure giocano un ruolo rilevante nell’innovazione aziendale. E’ quanto conclude uno studio della Cass Business School della London’s City University che denuncia l’insufficenza delle misure convenzionali e la necessità di una loro riforma.

Gli economisti inglesi hanno esaminato oltre 700 aziende manufatturiere e di servizi focalizzandosi su tre fattori, spesso considerati non quantificabili ma strettamente legati all’innovazione: il capitale umano (ossia il personale e gruppi di lavoro), il capitale strutturale (i processi, i sistemi informativi e i brevetti che restano all’azienda quando un lavoratore se ne va) e il capitale relazionale (rapporti con clientela, fornitori e azionisti). Dall’analisi emerge che i parametri convenzionali, come il DTI Innovation Index, che si basa principalmente sul settore ricerca&sviluppo e sulla presentazione di brevetti, non riportano in modo esaustivo lo sviluppo di una azienda di servizi. Per questo, gli autori dello studio propongono un nuovo metodo di analisi basato sui fattori “intangibili”, più profondo ed efficace. Non solo. Analizzando separatamente i rapporti annuali del 2003 di oltre 150 aziende, gli hanno notato la tendenza ad attribuire una maggiore importanza all’innovazione del capitale relazionale rispetto quello umano, probabilmente nell’intenzione di conquistare una maggiore fetta di mercato, ma con il rischio di sottovalutare l’importanza del personale sull’innovazione nel lungo termine. Lo studio analizza infine l’attitudine degli investitori nei confronti delle strategie e dei rischi: dall’intervista di 27 figure chiave aziendali tra analisti e manager emerge che gli investitori sono ben disposti verso le strategie d’innovazione e i relativi risvolti a breve e lungo termine, e il rischio è visto come qualcosa a cui  l’azienda può rispondere positivamente. (a.p.)

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