Il suo scopritore, il professor Harminder Dua, oftalmologo alla University of Nottingham, non si è lasciato sfuggire l’occasione. E l’ha chiamato, naturalmente, strato di Dua. Anche perché non capita tutti i giorni di scoprire una parte del corpo umano mai osservata prima: in questo caso, si tratta di uno strato spesso 15 micron che si trova nella parte posteriore della cornea. La scoperta, descritta sulla rivista Ophtalmology, “potrebbe migliorare notevolmente l’esito dei trapianti corneali“, stando alle parole di Dua.
Gli scienziati hanno iniettato delle bolle d’aria in una cornea per separare tutti gli strati che la compongono e hanno usato un microscopio elettronico per scansionare i sottilissimi livelli. È la procedura normalmente utilizzata nei pazienti che si sottopongono a interventi chirurgici, ed è particolarmente delicata perché lo scoppio di una delle bolle può danneggiare irreversibilmente l’occhio. L’équipe di Dua si è quindi resa conto della presenza di uno strato aggiuntivo rispetto a quelli già noti. “I libri di oftalmologia devono essere riscritti”, dice senza falsa modestia lo scopritore. “Da un punto di vista clinico, ci sono molte malattie che colpiscono la parte posteriore della cornea. E pensiamo che la loro insorgenza sia in qualche modo collegata alla presenza di danni nello strato che abbiamo scoperto”.
A questo punto, potrebbe essere opportuno cambiare i protocolli chirurgici per rendere più sicuri gli interventi. Secondo Dua, infatti, iniettando le bolle d’aria al di sotto del suo strato, anziché al di sopra come avveniva finora, “il rischio di danni sarebbe notevolmente ridotto grazie alla resistenza di questo livello”.
Via: Wired.it
Riferimenti: Ophtalmology doi:10.1016/j.ophtha.2013.01.018
Credits immagine: Guillermo Salinas/Flickr
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