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Sif: “Stamina come di Bella”

“Si richiedono riflessioni e misure urgenti”, secondo la Sif, la Società Italiana di Farmacologia, per rispondere a misure come lo stanziamento di cinque milioni di euro da parte della Regione Sicilia a sostegno di malati oncologici in trattamento con il metodo Di Bella. In un comunicato, la società ha reso nota la propria posizione, mettendo ancora una volta in guardia contro le cosiddette “wonder therapies” per il trattamento di malattie rare e incurabili. Tra queste, naturalmente, anche il contestatissimo metodo Stamina, il trattamento a base di cellule staminali mesenchimali messo a punto da Davide Vannoni e Marino Andolina per la cura di malattie neurodegenerative.

Oltre a prendere posizione contro la decisione della Regione Sicilia, nel suo position paper la Sif fa notare come, per certi versi, il caso Stamina sia anche peggiore rispetto alla vicenda Di Bella, in cui, per lo meno, erano noti i principi farmacologici impiegati (melatonina, bromocriptina, somatostatina), sebbene i conclamati benefici non fossero supportati da evidenze sperimentali: “Nel ‘caso Stamina’”, dice la Sif, “non sono neppure caratterizzate le cellule mesenchimali oggetto dell’infusione terapeutica, né è chiara e verificabile la loro trasformazione in cellule neuronali dopo trattamento con acido retinoico”.

“Il caso Di Bella e quello Stamina”, continua il comunicato, “sono accomunati da due fattori. Da una parte vi è il terreno fertile che essi trovano nella pressione emotiva dell’opinione pubblica e nel veicolo mediatico. Dall’altra, vi è una comune ‘metodologia’ che consiste nel sottrarsi al vaglio di sperimentazioni cliniche rigorose e verificabili. Occorre ribadire con il dovuto vigore che tali sperimentazioni sono richieste da Autorità Regolatorie, Società Scientifiche, e Sperimentatori qualificati, non per rallentare o vietare pregiudizialmente l’accesso a una opportunità di cura, quanto piuttosto per garantire i requisiti di attività e sicurezza che ogni farmaco o terapia complessa deve rispettare. L’enorme progresso cui abbiamo assistito in tanti settori della medicina moderna nasce proprio dalle sperimentazioni cliniche controllate e dalla divulgazione dei loro risultati su riviste autorevoli a diffusione internazionale. Senza sperimentazioni cliniche e informazioni scientifiche verificabili non ci sarebbero nuovi medicinali, né evoluzioni di medicinali o schemi terapeutici esistenti”.

Per evitare nuovi Di Bella o Vannoni, dunque, la Sif ha espresso “ferma opposizione” a ogni nuova forma di trattamento che non contempli un razionale scientifico preclinico, una caratterizzazione dei principi attivi somministrati, una valutazione accurata di rischi e benefici e una sperimentazione randomizzata in doppio cieco. Tutte procedure imprescindibili, senza le quali non ci sarebbero neanche le basi per definire un trattamento.

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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