Categorie: Vita

Squirting: cosa dice la scienza

Squirting, mito o realtà? È una domanda che si fanno in molti, anche all’interno della comunità scientifica: questa rara forma di orgasmo femminile (che la pornografia ha contribuito a rendere celebre negli ultimi anni) è l’equivalente femminile dell’eiaculazione maschile, o si tratta solamente di un’emissione di urina? Per la legge britannica per esempio la risposta corretta è la seconda, e per questo lo squirting rischia da tempo di essere bandito definitivamente dal porno inglese (anche su internet) in quanto forma oscena di urofilia (più nota oggi come pissing), una pratica vietata dall’Obscene Publications Act del 1959, tutt’ora in vigore nel Regno Unito. A gettare, almeno in parte, luce su questa dibattuta questione arriva oggi lo studio di un team di ricercatori dell’ospedale Parly II di Le Chesnay, in Francia, pubblicato sul Journal of Sexual Medicine, che dimostrerebbe come esistano due diversi tipi di fluidi che possono essere emessi durante l’orgasmo femminile, uno dei quali contiene effettivamente tracce di enzimi caratteristici dell’eiaculazione. In entrambi i casi, però, la sostanza predominante sarebbe l’urina.

Per cercare di comprendere la natura del fluido emesso durante losquirting i ricercatori hanno reclutato sette donne per riprodurre il fenomeno in laboratorio. Le volontarie, tutte abituate ad emettere abbondanti volumi di liquidi al termine di un rapporto sessuale, si sono sottoposte al test con la vescica completamente vuota, raggiungendo l’orgasmo in condizioni controllate attraverso la masturbazione, o con l’aiuto del loro partner. Nei minuti appena precedenti all’orgasmo, i ricercatori hanno verificato lo stato della vescica attraverso un esame con ultrasuoni, e hanno quindi raccolto un campione dei liquidi emessi al termine del rapporto.

L’esame ha permesso di scoprire che la vescica delle partecipanti, completamente vuota all’inizio del test, risultava nuovamente piena nei momenti precedenti all’orgasmo. Sono quindi stati analizzati i fluidi emessi dalle partecipanti durante lo squirting. In due di loro il profilo chimico del liquido è risultato completamente identico a quello dell’urina raccolta prima dell’inizio dell’esperimento. Nelle altre cinque però i ricercatori hanno però trovato tracce di una sostanza chiamata antigene prostata-specifico (Psa), un enzima presente nell’eiaculato maschile (lo sperma emesso durante l’eiaculazione), e in quella che viene normalmente considerata la “vera eiaculazione femminile”, una sorta di umore lattiginoso prodotto in piccole quantità dalla maggior parte delle donne al termine di un orgasmo.

I dati raccolti, scrivono i ricercatori nello studio, “indicano che lo squirting è essenzialmente un’emissione involontaria di urina nel corso dell’attività sessuale, che viene però accompagnata in molti casi da un contributo marginale di secrezioni prostatiche all’interno del liquido emesso”. Esistono quindi due tipi di liquidi emessi durante lo squirting, uno dei quali presenta alcune caratteristiche tipiche dell’eiaculazione. Come spiega Samuel Salama, coordinatore del team di ricercatori francesi, lo studio lascia però diverse domande ancora aperte. Per prima cosa non è chiaro perché alcune donne emettano l’enzima Psa e altre no. Se la sua presenza nel liquido prodotto durante lo squirting va considerata poi come il segno di una possibile funzione fisiologica, attualmente non si sa quale questa possa essere, cioè a cosa possa servire lo squirting da un punto di vista adattativo.

via Wired.it

Credits immagine: via Pixabay

Simone Valesini

Giornalista scientifico a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. Laureato in Filosofia della Scienza, collabora con Wired, L'Espresso, Repubblica.it.

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