Ennesimo successo delle cellule staminali embrionali. E questa volta il risultato ottenuto da un team di ricercatori inglesi dell’Imperial College, sembrerebbe superare tutti gli altri raggiunti finora. Per la prima volta è riuscita la riparazione del tessuto polmonare di alcuni topolini affetti da gravi lesioni. Le cellule di polmone ricavate da staminali embrionali iniettate negli animali e marcate con una sostanza fosforescente, hanno impiegato solo due giorni per raggiungere l’epitelio polmonare danneggiato. Una volta arrivate a destinazione le staminali sono riuscite a ricolonizzare in breve tempo i tessuti malati. Inoltre nessuna di loro si è, per così dire, persa per strada introducendosi in altri organi.
Fino a oggi non era ancora accaduto niente del genere. Anzi per le malattie respiratorie, non si era mai parlato di un possibile ricorso alle staminali, molto “gettonate” invece per la cura del diabete o del Parkinson. E questo perché, come ha spiegato la ricercatrice Sile Lane, durante il Congresso annuale della Società europea di pneumologia a Stoccolma, i polmoni rappresentano un terreno difficile per l’ingegneria dei tessuti, poiché sono organi notoriamente complessi.
La cautela per le possibili applicazioni umane è quindi d’obbligo. “Al momento non è stata ancora sperimentata la totale sicurezza delle cellule staminali negli esseri umani”, ammette Lane, “di conseguenza non possiamo fare ancora previsioni certe”. Gli scenari più ottimistici prevedono una considerevole riduzione del ricorso ai trapianti per la cura di patologie come enfisemi, fibrosi polmonari, o fibrosi cistica. Ancora troppo presto, invece, azzardare benefici per la terapia dei tumori. (g.d.o)
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