Categorie: Salute

Stimolare il cuore a curarsi

Utilizzare una proteina per stimolare la capacità del cuore di rigenerare i propri tessuti. E’ la via, alternativa all’impiego di cellule staminali, intrapresa da R. Hajjar, direttore del Cardiovascular Research Center della Mount Sinai School of Medecine di New York, e B. Kühn, cardiologo del Children’s Hospital Boston. I due ricercatori hanno individuato due particolari peptidi: la neuregulina1, sperimentata da Kühn sui topi (i risultati in uno studio del 2009 apparso su Cell), e la periostina, che Hajjar ha cominciato a studiare sui maiali. Analisi preliminari dimostrerebbero che quando è iniettata nel pericardio, la sottile membrana che circonda il cuore, la periostina stimola la divisione delle cellule del miocardio. I due scienziati sperano che le molecole studiate individuino una terapia efficace per i pazienti infartuati, ai quali al momento si somministrano betabloccanti per facilitare il battito cardiaco e si propongono interventi chirurgici per “pulire” le arterie bloccate.

L’approccio della CardioHeal – la startup che Hajjar e Kühn hanno fondato per dare un seguito concreto alle prime, incoraggianti ricerche – è, per così dire, in competizione con la terapia delle cellule staminali, dove peraltro sono già in corso test sugli esseri umani. Tuttavia, anche in questo caso i risultati di laboratorio non sono affatto decisivi: per esempio, le cellule trapiantate si integrano difficilmente nel nuovo ambiente.

Le domande a cui la CardioHeal deve tentare di rispondere sono numerose: quale è la tecnica meno invasiva perché le proteine raggiungano con successo il cuore di un paziente? Quando è opportuno intervenire con la terapia a seguito di un attacco cardiaco? Si deve inoltre poter escludere l’eventualità che i peptidi iniettati causino divisioni cellulari indesiderate, provocando crescite tumorali e aritmie. Infine, perché la terapia possa dirsi efficace, l’integrazione delle nuove cellule cardiache deve essere sia elettrica sia meccanica.

Riferimento: Technology Review; doi:10.1016/j.cell.2009.04.060

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