A Hong-Kong le consegne sono ferme dal 4 ottobre scorso, in Gran Bretagna dall’8 ottobre. In Italia – alle regioni interessate e all’ Aifa – l’email dei fornitori di vaccino antinfluenzale Inflexal V, prodotto dalla casa farmaceutica svizzera Crucell (proprietà della Johnson&Johnson), nella quale si avvisa dello stop nel rifornimento del farmaco, è arrivata solo ieri. Il problema non riguarda i distributori ma è a monte: la Crucell ha sospeso volontariamente la consegna del vaccino in quanto ha riscontrato in due lotti ancora in Svizzera la presenza di batteri estranei. Come sempre accade in questi casi, la prima cosa da fare è bloccare l’intera produzione per sottoporla a controlli straordinari: quindi bloccare tutte le consegne. In totale, racconta il ministero della Salute, si tratta di oltre 2,3 milioni di dosi. Ma il calendario delle vaccinazioni non dovrebbe subire ritardi.
Per ora non vi sono prove che i lotti bloccati siano contaminati ed è altamente improbabile che le nuove analisi rivelino sorprese in questo senso. Inoltre la Crucell non ha chiesto il ritiro delle dosi già consegnate, a dimostrazione che anche quelle già arrivate a destinazione hanno superato tutti i controlli necessari. Come sottolinea il ministero della Salute in un comunicato stampa ufficiale rilasciato questa mattina: “non vi sono rischi per la salute e quello che si sta affrontando in queste ore è solo un problema organizzativo per reperire anche sul mercato estero da parte delle aziende produttrici tutte le dosi necessarie di vaccino antinfluenzale”.
Il problema, infatti, è che ormai è arrivato il 18 ottobre: le regioni sono pronte a cominciare la campagna di vaccinazione (che per essere il più efficace possibile andrebbe effettuata tra metà ottobre e metà dicembre), e si temeva un ritardo che avrebbe potuto comprometterne il successo. Le dimensioni dell’emergenza variano tra regione e regione. Secondo quanto riportato dal ministero, in Lombardia al momento mancano 253mila dosi, mentre in Liguria il buco è di 168mila su 400mila necessarie. Dosi che ora bisognerà cercare altrove, chiedere in fretta ad altre case farmaceutiche che producono vaccini antinfluenzali come Novartis, Sanofi, GlaxoSmithKline.
Il Ministero della Salute, tuttavia, è ottimista in proposito e, sottolineando il fatto che “l’azienda produttrice dei vaccini in questione non è tra le prime che riforniscono il mercato”, spiega che “ altre aziende hanno assicurato la garanzia delle dosi necessarie in modo che non vi sia alcun problema per i cittadini”. Aifa e ministero stanno provvedendo a riorganizzare l’approvvigionamento per sostituire gli ordini. E il calendario della vaccinazione antinfluenzale non dovrebbe subire ritardi. In Italia annualmente vengono utilizzate tra 10 e 12 milioni di dosi di vaccino antinfluenzale e di solito il problema che si trovano ad affrontare i medici è convincere tutti quelli che dovrebbero, come persone al di sopra dei 65 anni e le cosiddette categorie a rischio, tra cui i pazienti con asma e malattie respiratorie e cardiocircolatorie, diabetici, operatori sanitari.
Come detto non è un problema esclusivamente italiano, ma riguarda tutti i paesi che si sono rivolti a Crucell. In Gran Bretagna, il Ministero della Salute può attingere alla sua riserva di 400mila dosi extra, previste proprio per situazioni di emergenza come questa.
Via: Wired.it
Credits immagine: @alviseni/Flickr
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