Spazio

Ma quale scamorza. Ultima Thule somiglia a un pancake

Altro che pupazzi di neve, birilli e scamorze. Ultima Thule, il corpo celeste più lontano mai esplorato, assomiglia più a un pancake gigante. A mostrarcelo sono le nuove e incredibili immagini appena inviate dalla sonda della Nasa New Horizons, che, con i suoi potentissimi obiettivi, ha osservato il piccolo corpo celeste il primo gennaio scorso, compiendo per la prima volta il fly-by più lontano nella storia dell’esplorazione spaziale. Inizialmente gli scienziati avevano paragonato la sua forma a quella di un pupazzo di neve o di una scamorza, con due sezioni sferiche. Ma le nuove immagini hanno mostrato chiaramente come il corpo celeste sia molto più piatto del previsto: montando 14 di queste nuove foto in un filmato, i ricercatori hanno potuto identificare una parte di Ultima Thule che non è illuminata dal Sole e che è stata successivamente tracciata in quanto blocca la luce delle stelle sullo sfondo.

La forma di Ultima Thule

Ultima Thule, ufficialmente conosciuto come 2014 MU69, è lungo circa 34 chilometri e si trova a circa 6 miliardi e mezzo di chilometri dalla Terra. Le foto sono state scattate il 1° gennaio 2019, quando New Horizons si trovava a circa 8800 chilometri di distanza. Da queste immagini si possono osservare i due lobi che compongono il corpo celeste: il lobo più grande (Ultima) somiglia ad un pancake mentre quello più piccolo (Thule) ha la forma di una noce schiacciata. Si tratta davvero di una sequenza di immagini incredibili,” ha commentato Alan Stern, parte del team di New Horizons. “Non abbiamo mai fotografato niente del genere prima.”

(Foto: Nasa)

Nuove teorie sulla formazione dei corpi celesti

Le nuove immagini, tuttavia, sollevano anche un gran numero di domande. In particolare, come ha fatto un corpo celeste con una forma così peculiare a formarsi?  I nuovi risultati mostrano chiaramente che Ultima e Thule sono molto più piatti di quanto pensavamo,” ha concluso Hal Weaver, uno degli scienziati del team di New Horizon, “Questo sicuramente porterà a nuove teorie sulla formazione dei corpi celesti nelle prime fasi del Sistema solare.

Fortunatamente, la missione di New Horizons non finisce qui. Nei prossimi 20 mesi, infatti, la sonda trasmetterà tutti i dati raccolti su questo corpo celeste ai ricercatori e potrebbe addirittura continuare a esplorare la fascia di Kuiper oltre Ultima Thule, se la Nasa deciderà di estendere la missione oltre il 2021.

Riferimenti: Nasa

Credit immagine: Nasa/Johns Hopkins Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute/National Optical Astronomy Observatory

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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