E’ andato a Elisabeth Israelsson, della Stockholm University, Svezia, il premio 2008 Gaia Luoni, dedicato alla giovane ricercatrice nel campo della genetica della suscettibilità alla malaria scomparsa nel 2004. Al centro degli studi della ricercatrice svedese sono i Fulani, una popolazione di pastori nomadi dell’Africa sub sahariana che mostra una particolare resistenza all’infezione da Plasmodium falciparum. “In questa popolazione si registra una incidenza della malattia inferiore alla media, una densità dei parassiti nel sangue più bassa che in altre popolazioni e una maggiore produzione anticorpale”, ha spiegato Israelsson nel corso della cerimonia di premiazione, avvenuta all’interno delle Giornate scientifiche dell’Istituto Pasteur – Fondazione Cenci Bolognetti, oggi a Roma.
Scoprire i fattori che incidono sulla produzione di anticorpi contro la malaria rappresenterebbe un passo avanti di vitale importanza nella lotta alla malattia. “Ad incidere sulla risposta immunitaria alla malaria potrebbero essere i polimorfismi nelle citochine, nella proteina C reattiva e nei recettori Fc”, continua la studiosa, che al momento sta cercando di sviluppare un modello confrontando individui della popolazione dei Fulani con individui appartenenti ad altre popolazioni, e individui sintomatici e asintomatici, per identificare i geni coinvolti nella suscettibilità all’infezione.(e.m.)
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