Identificata una sostanza prodotta naturalmente dal timo in grado di combattere l’aspergillosi, una delle malattie più insidiose tra i pazienti leucemici che si sottopongono a un trapianto di midollo osseo. La scoperta, pubblicata sulla rivista Blood, è di un gruppo di ricercatori dell’Istituto di neurobiologia e medicina molecolare del Cnr, dell’Università di Tor Vergata di Roma e dell’Università di Perugia, coordinati da Enrico Garaci e Luigina Romani. L’aspergillosi è una patologia che causa la distruzione di vari tessuti, si diffonde per via ematica a tutti gli organi e registra un tasso di letalità superiore al 50 per cento nei trapiantati di midollo osseo. Sul modello animale, la molecola timosina 1, un peptide sintetico analogo alla sostanza prodotta dal timo, ha mostrato di poter attivare le cellule dendritiche, “adiuvanti naturali” che hanno il compito di scatenare i meccanismi di difesa contro gli agenti infettivi. Si è infatti osservato un aumento della produzione di due interluchine, IL-10 e IL-12, capaci di stimolare le risposte immunitarie. Inoltre il trattamento favorirebbe l’attecchimento del tessuto midollare e proteggerebbe dal fungo anche le classi di cellule del sangue più sensibili alle infezioni. “La timosina alfa”, ha spiegato Garaci, “apre una frontiera importante per i trapiantati, le persone affette da leucemia e, soprattutto, i trapiantati di midollo d’osseo, che d’ora in poi avranno un’arma per combattere l’aspergillosi, l’infezione più diffusa in questi pazienti, oltre che la più difficile da curare”. (r.m.)
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