Categorie: Vita

Una sola specie per tutti gli Homo?

Dimenticatevi di habilis, erectus e compagnia bella. Forse – il condizionale è d’obbligo – tutti gli Homo appartenevano alla stessa specie. Ed erano semplicemente un po’ diversi tra loro: è quanto affermano i ricercatori dello Georgian National Museum di Tbilisi, assieme ad altri colleghi da Svizzera, Israele e Stati Uniti, commentando su Science il ritrovamento e l’analisi di un teschio umano nel sito di Dmanisi, in Georgia.Il fossile, secondo le stime degli scienziati, risale a 1,8 milioni di anni fa e combina una scatola cranica molto piccola con una faccia allungata e grandi denti. Caratteristiche piuttosto diverse rispetto agli altri resti di Homo finora trovati nel resto del mondo, che rendono la scoperta particolarmente interessante. 

Il fossile – etichettato Skull 5 – è stato scoperto vicino ad alcuni fossili animali e una serie di strumenti in pietra. E, soprattutto, ad altri quattro ominidi dalle caratteristiche più “comuni”. Tutti i reperti risalgono allo stesso periodo temporale e vengono dalla stessa regione geografica, il che ha permesso agli scienziati di comparare i tratti fisici dei cinque Homo: secondo David Lordkipanidze, uno degli autori del lavoro, le differenze tra i fossili non sono più pronunciate che quelle tra cinque essere umani o cinque scimpanzé. È una novità completa nel panorama della paleontologia, perché tradizionalmente i ricercatori associano la variazione tra i fossili a una differenza di specie. Ma, alla luce di questa scoperta, Lordkipanidze e colleghi suggeriscono che i anche primi – e diversi tra loro – fossili di Homo trovati in Africa non rappresentino che le variazioni tra i membri di un unico lignaggio. L’Homo erectus, per essere precisi.

“I fossili di Dmanisi sembrano piuttosto diversi l’uno dall’altro”, spiega Christoph Zollikofer, dell’Anthropological Institute and Museum di Zurigo, un altro autore del lavoro. “Ed è forte la tentazione di affermare che si tratti di specie diverse. Ma sappiamo che questi esemplari provenivano dalla stessa area e risalgono allo stesso periodo geologico. È per questo che affermiamo che, almeno in linea di principio, potrebbero costituire una singola popolazione di una singola specie”. La scatola cranica di Skull 5 è di soli 546 centimetri cubici, il che suggerisce che il suo proprietario avesse un cervello piuttosto piccolo. Le proporzioni tra gli arti e la dimensione del corpo, invece, sarebbero molto simili a quelli degli esseri umani moderni, secondo gli scienziati. “Grazie al fatto che abbiamo a disposizione ben cinque fossili”, continua Zollikofer, “siamo in grado di osservare parecchie variazioni tra i soggetti. Ma questa variazione non eccede quella delle diverse popolazioni di Homo Sapiens Sapiens, o di scimpanzè o bonobo”.

Il frammento Skull 5 sembra indicare che, insomma, sia emersa solo una specie di Homo dal continente africano, in grado di cambiare per adattarsi a una gran varietà di ecosistemi. Se fosse vero, dovremmo cambiare definitivamente la classificazione dei nostri antenati: per affermarlo con qualche certezza in più bisognerà aspettare che l’intero sito georgiano sia completamente scavato. Chissà che altre sorprese ci riserva.

Riferimenti: Science doi:10.1126/science.1238484

Credits immagine: Guram Bumbiashvili, Georgian National Museum

Via: Wired.it

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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