Viaggi low cost, come trovare i biglietti migliori

Se volete passare il Capodanno a Parigi o le vacanze estive a Barcellona e pensate di risparmiare prenotando già ora il biglietto aereo, lasciate perdere. Non è una buona idea. A svelarlo è uno studio di tre economisti italiani, Claudio Piga (Keele University),Marco Alderighi (Università della Valle d’Aosta) e Marcella Nicolini (Università di Pavia), che ha fatto luce sui misteriosissimi algoritmi in base ai quali le compagnie aeree low-cost impostano il prezzo dei biglietti. Il lavoro, che sarà presentato alla Royal Economic Society di Manchester, mostra che l’andamento temporale del prezzo ha forma di «U» asimmetrica: decresce molto lentamente da 70-65 giorni prima della partenza, tocca il minimo (in media) 10 giorni prima e infine risale molto velocemente negli ultimi giorni.

“Abbiamo usato uno spider [un software che scansiona i contenuti delle pagine web, nda] che prova ad acquistare biglietti low-cost Ryanair e Easyjet per moltissime rotte, a partire da 70 giorni prima della partenza”, spiega Marco Alderighi a Wired.it. “e registra il numero massimo di posti prenotabili e il prezzo del primo e dell’ultimo posto disponibile”. In sostanza, funziona così: il software cerca di comprare in blocco un certo numero di biglietti. Se non sono disponibili, diminuisce gradualmente la richiesta fino a che il sistema non accetta l’acquisto. A quel punto lo spider memorizza i prezzi. E qui è emersa la prima scoperta interessante: “Ryanair aumenta il prezzo man mano che diminuiscono i posti disponibili”, dice Alderighi. “Se, per esempio, ci sono cinque biglietti rimasti, il primo sarà venduto a 100 euro, il secondo a 120, il terzo a 140 e così via, fino all’ultimo che, in questo caso, costerà 180 euro. Se, però, si provano ad acquistare in blocco i cinque biglietti rimasti, Ryanair li fa pagare tutti come se fossero l’ultimo. Cioè 180 euro a biglietto. Easyjet, invece, applica a tutti i biglietti un prezzo medio”. Morale della favola: per Ryanair conviene acquistare i biglietti singolarmente e non in blocco. La buona notizia, stando allo studio, è che i vettori non barano mai sul numero di biglietti rimasti: “Per le compagnie low-cost, abbiamo osservato che il numero di posti decresce con il tempo, com’è lecito aspettarsi”, spiega ancora Alderighi. “Il discorso è diverso per le compagnie full-service: in quel caso i posti disponibili aumentano e diminuiscono regolarmente, perché è possibile prenotare un biglietto senza pagarlo e successivamente annullare la prenotazione”.

Dal milione e mezzo di dati analizzati è emerso, come dicevamo, che l’andamento medio dei prezzi segue un pattern a forma di “U” deformata: “C’è una lentissima decrescita iniziale, un minimo intorno a 10 giorni precedenti alla partenza e un’accelerazione rapida negli ultimi giorni”. Ma attenzione. Ci sono anche le eccezioni: “In alcuni casi”, precisa Alderighi, “abbiamo osservato un andamento sempre crescente. La compagnia aerea, in pratica, fissa il prezzo in base alla domanda attesa, cioè decide se conviene vendere oggi a X o domani a X+Y. Per farlo analizza il numero di biglietti venduti e il tempo rimanente prima della partenza e aggiorna periodicamente i prezzi”. Comunque, ci sono anche altre variabili in gioco: un altro studio, per esempio, ha mostrato che anche giorno e ora di prenotazione hanno un ruolo cruciale nella determinazione del prezzo, almeno negli Stati Uniti. Prenotando in orario d’ufficio i biglietti costano di più, perché chi acquista ha più fretta (e, avendo un lavoro, è probabilmente disposto a spendere di più). Le prenotazioni effettuate nei giorni di vacanza, invece, sembrano essere più convenienti. Resta a voi ora incrociare le informazioni per comprare il biglietto perfetto.

Via: Wired.it

Credits immagine: caribb/Flickr

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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