In Yemen la peggior epidemia di colera della storia

(Credits: Wikipedia)

Secondo una dichiarazione rilasciata dall’UNICEF e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’epidemia di colera che si sta rapidamente diffondendo in Yemen sarebbe la peggiore della storia. I casi superano i 200mila e aumentano con un tasso di oltre 5mila al giorno: in soli due mesi sono morte più di 1300 persone, un quarto delle quali bambini.

Il colera è un’infezione che colpisce l’intestino tenue, causata da alcuni ceppi del batterio Vibrio cholerae, che si sviluppano per lo più in acqua e cibo che sono stati contaminati da feci umane infette. La malattia si presenta solitamente sotto forma di diarrea, spesso complicata da acidosi, crampi e vomito, in grado di causare in poco tempo una grave disidratazione. I sintomi possono comparire in un intervallo che va da poche ore a 5 giorni dall’esposizione. La prevenzione consiste nel lavare le mani con acqua pulita, bere acqua potabile e mangiare cibo che è stato cotto o bollito.

Tuttavia in Yemen l’accesso ad acqua potabile è, al momento, un vero e proprio lusso: una conseguenza dei due anni di conflitto che hanno colpito il paese e che, sottolineano l’UNICEF e l’OMS, sono causa diretta dell’epidemia. Gli stipendi di molti lavoratori non vengono pagati da oltre 10 mesi, e di conseguenza non ci sono né elettricitàacqua corrente. Il sistema fognario ha smesso di funzionare ad Aprile di quest’anno. Oltre 14 milioni di persone non hanno accesso ad acqua pulita per bere o cucinare, e gli ospedali sono sovraffollati. Malnutrizione e cattiva alimentazione hanno inoltre indebolito la salute dei bambini, rendendoli più vulnerabili alla malattia.

L’UNICEF e l’OMS stanno lavorando costantemente per rallentare la diffusione dell’epidemia, distribuendo acqua potabile, servizi igienici e assistenza sanitaria di casa in casa, oltre ad informazioni su come proteggersi e su come depurare e conservare l’acqua potabile.

Riferimenti: UNICEF

Claudia De Luca

Dopo la laurea triennale in Fisica e Astrofisica alla Sapienza capisce che la vita da ricercatrice non fa per lei e decide di frequentare il Master in Giornalismo e Comunicazione della Scienza all'Università di Ferrara, per imparare a conciliare il suo amore per la scienza e la sua passione per la scrittura.

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