L’aderenza alle terapie inizia in farmacia

    I farmacisti italiani stanno innovando il campo della Pharmaceutical Care, trasformandosi in figure di supporto che aiutano i pazienti nell’aderenza alle terapie. Merito del progetto Re I-Mur, iniziato a settembre del 2014, che sta valutando l’impatto clinico ed economico dell’intervento del farmacista a supporto dell’aderenza alla terapia nei pazienti affetti da asma. Il protocollo di ricerca dello studio, promosso dalla Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi) e condotto dalla Medway School of Pharmacy dell’Università del Kent, è stato pubblicato da Bmc Health Services Research.

    Lo studio si concluderà nel mese di luglio del 2015; rappresenta la fase finale del progetto federale dedicato all’Mur (Medicines Use Review, revisione dell’uso dei medicinali), una delle prestazioni cardine della pharmaceutical care da tempo adottate oltre Atlantico e in Europa (in Gran Bretagna dal 2005). “Tuttavia questo progetto ha portato all’introduzione di un elemento nuovo, tanto è vero che si parla di Italian Medicines Use Review (I-Mur), che rappresenta uno step evolutivo rispetto alla Medicine Use Review adottata in Gran Bretagna” spiega Andrea Manfrin, coordinatore della ricerca.

    “Lo strumento che i farmacisti italiani stanno usando è già stato testato e validato nel precedente studio pilota (studio di fattibilità), è rappresentato da una intervista strutturata che ha l’obiettivo di raccogliere dati quantitativi in modo sistematico andando a valutare degli indicatori di processo e di risultato standardizzati a livello mondiale. Con l’ausilio di una piattaforma web based, molto più flessibile nella raccolta dei dati forniti dal paziente e che consente una prima analisi statistica descrittiva in tempo reale”. Lo studio oggetto della pubblicazione ha coinvolto 360 i farmacisti distribuiti in 10 macroregioni e mira a valutare l’efficacia clinica e i risultati economici dell’applicazione dell’I-Mur nelle farmacie italiane prendendo in carico 5 pazienti e seguendoli per nove mesi.

    “Il protocollo dello studio ha richiesto un notevole impegno, e va sottolineato lo sforzo compiuto dalla Fofi” prosegue Manfrin. “Uno sforzo che è stato riconosciuto non solo dal board della rivista ma anche da un external reviewer molto accreditato nell’ambito dei servizi cognitivi e della pharmaceutical care. Infatti questo esperto di caratura mondiale nella sua valutazione dello studio ha scritto che “diversi studi sono stati condotti in vari paesi utilizzando l’asma come modello con l’obiettivo di valutare l’impatto dell’intervento fornito dal farmacista; ma la dimensione di questo studio clinico ne fa il più grande nell’ambito della farmacia di comunità”; allo stesso modo è stato sottolineato che “la dimensione nazionale dello studio e il fatto che è il primo di questo genere in Italia lo distinguono come molto originale dimostrando di avere tutte le caratteristiche per generare un impatto sulla politica sanitaria nazionale del paese”.

    “Siamo orgogliosi di questo risultato” commenta il presidente della Federazione Andrea Mandelli “soprattutto perché vede confermata dalla comunità scientifica internazionale la bontà della linea della Federazione che, a partire dal 2006, persegue l’obiettivo di mettere nelle mani del farmacista italiano tutti gli strumenti, normativi, culturali e professionali che possono garantire una sua maggiore integrazione nel processo di cura e con gli altri professionisti della salute presenti sul territorio. Siamo fiduciosi che i risultati di questa sperimentazione consentiranno di dimostrare scientificamente quanto può essere utile al servizio sanitario, ma soprattutto al cittadino, l’intervento del farmacista”. Alcuni dati preliminari dello studio in corso verranno presentati nel corso della manifestazione FarmacistaPiù, che si svolgerà a Milano dall’8 al 10 maggio (Fieramilano City).

    Riferimenti: Randomised evaluation of the Italian medicines use review provided by community pharmacists using asthma as a model (RE I-MUR); Andrea Manfrin, Trudy Thomas and Janet Krska; Bmc Health Services Research doi:10.1186/s12913-015-0791-6

    Credits immagine: via Pixabay

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