Una nuova immunoterapia per il melanoma metastatico

    melanoma

    Nella lotta al cancro, oggi una nuova generazione di terapie sono all’orizzonte, in particolare l’immunoterapia, nuova branca della medicina oncologica (vedi Galileo: Cos’è l’immunoterapia, l’ultima frontiera contro il cancro). Sempre crescente è infatti, l’interesse di ricercatori e clinici nei confronti del sistema immunitario e nella possibilità di pilotarlo affinché possa rispondere in modo adeguato alla presenza di un agente estraneo come il cancro, per fronteggiarne la crescita e la diffusione.

    L’immunoterapia sembra particolarmente promettente nel melanoma. Esso è il più diffuso e aggressivo tumore della pelle, che annualmente in Italia fa registrare 7.000 nuovi casi e 1.500 decessi. Facilmente guaribile quando viene identificato negli stadi di sviluppo iniziale, la prognosi peggiora notevolmente se diagnosticato già in fase avanzata. Fino a qualche anno fa, prima dell’avvento dei nuovi farmaci, il melanoma, se diagnosticato in fase avanzata, era una neoplasia che non lasciava scampo con una prognosi infausta e un tempo medio di sopravvivenza pari a 6-9 mesi.

    Oggi la situazione è radicalmente cambiata e la sopravvivenza è arrivata al 20% a 5 anni dalla diagnosi. Il merito è degli innovativi farmaci biologici e dei protocolli di immunoterapia che agiscono potenziando il sistema immunitario, permettendo di scatenare le difese dell’organismo nella lotta al tumore e che hanno contribuito a raddoppiare il tasso di sopravvivenza alla malattia.

    Anche i Dipartimenti di Farmacia e di Medicina dell’Università di Salerno si schierano in prima linea per lo studio dell’immunoterapia del cancro. In questo ambito, infatti, è stata condotta una importante ricerca internazionale, che ha visto coinvolti in Italia l’Università Magna Graecia di Catanzaro con il gruppo di Ennio Carbone, responsabile del progetto, l’Università di Salerno con il sottoscritto, Maurizio Bifulco, e in prima linea e primi autori dello studio recentemente pubblicato Simona Pisanti ed Elena Ciaglia, la Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, l’Università di Genova e lo Ieos-Cnr di Napoli e all’estero il Karolinska Institutet di Stoccolma, l’Harvard Medical School e l’University of Cambridge Clinical School.

    Lo studio in oggetto, reso possibile soprattutto grazie al sostegno dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc), ha contribuito a chiarire le basi della risposta immunitaria nel melanoma e si è tradotto in questi giorni in una pubblicazione su Nature Communications dal titolo “Enrichment of CD56dimKIR+CD57+ highly cytotoxic NK cells in tumor infiltrated lymph nodes of melanoma patients”. La ricerca ha identificato per la prima volta, nei linfonodi con metastasi dei pazienti affetti, una particolare sottopopolazione delle cellule Natural Killer (Nk), altamente specializzate nel contrastare la crescita tumorale e la diffusione del tumore in altri distretti dell’organismo, la cui frequenza sembrerebbe correlare con la prognosi e la sopravvivenza della coorte di pazienti presa in esame, tutti affetti da melanoma al terzo o al quarto stadio.

    L’aver individuato questa speciale popolazione di cellule Nk rappresenta il primo passo per ulteriori studi che consentano di disegnare, in un non lontano futuro, nuovi protocolli di immunoterapia adottiva. Tali cellule, infatti, opportunamente espanse in vitro attraverso specifici cocktail di citochine, potranno poi essere successivamente reinfuse nel paziente come potenti agenti killer per il tumore. In questa prospettiva gli stessi linfonodi, espiantati di routine durante le comuni pratiche cliniche di diagnosi e stadiazione del tumore, potrebbero rappresentare una buona risorsa da cui isolare tali cellule per la successiva espansione in vitro. Tale scoperta può aprire delle nuove promettenti prospettive in ambito terapeutico del melanoma, in particolare per lo sviluppo di nuovi protocolli di immunoterapia adottiva, che sono sempre più richieste nella pratica clinica per combattere questo vero e proprio big killer, la cui incidenza è più che raddoppiata negli ultimi dieci anni.

    Riferimenti: Enrichment of CD56(dim)KIR+CD57+ highly cytotoxic NK cells in tumour-infiltrated lymph nodes of melanoma patients; Ali TH, Pisanti S, Ciaglia E, Mortarini R, Anichini A, Garofalo C, Tallerico R, Santinami M, Gulletta E, Ietto C, Galgani M, Matarese G, Bifulco M, Ferrone S, Colucci F, Moretta A, Kärre K, Carbone E; Nature Communications 2014 Dec 4;5:5639. doi: 10.1038/ncomms6639

    Credits immagine: Oscar Rohena/Flickr
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