Azienda Spaziale Italiana

Per un punto Martin perse la cappa. Ma forse l’aveva già persa da un pezzo, in una partita giocata su un altro tavolino, ai piani alti della politica: con un undici voti contro dieci, ieri mattina la X  Commissione ha votato al Senato per il commissariamento dell’Agenzia Spaziale Italiana.  Anticipando di un giorno la riunione prevista per oggi, rifiutando la richiesta di audizione da parte del presidente Giovanni Bignami e, anzi, avvertendolo solo quando la riunione era ormai in corso.

Il commissariamento dell’Asi è stato proposto lo scorso 18 luglio dal Consiglio dei Ministri. Motivo ufficiale: la dimissione di sei membri del consiglio di amministrazione su sette all’inizio del mese. Il Governo vi legge tra le righe una “comprovata difficoltà di funzionamento” dell’ente: se la maggioranza del Cda si dimette qualche problema ci sarà. E in questi casi la legge 165 del 2007 (Delega al Governo in materia di riordino degli enti di ricerca) prevede il commissariamento  automatico. A quanto pare anche in assenza di altre motivazioni o di ulteriori prove di malagestione. E il commissario designato, che per dodici mesi prenderà il pieno comando, è Enrico Saggese, attuale responsabile del settore Spazio di Finmeccanica. Cioè della stessa holding che  attualmente riceve dall’Asi l’80 per cento dei fondi che l’ente destina ai contratti con l’industria. Ormai è fatta: entro venerdì 1 agosto la Commissione Attività Produttive della Camera potrebbe dare il suo parere sul commissariamento. La palla passerà quindi al Consiglio dei Ministri e Saggese si insedierà entro settembre.

Bignami, qual è la sua opinione su quanto sta accadendo?

“È palese che il commissariamento era già stato deciso. Anticipare la riunione della X Commissione a ieri mattina è stato un colpo di mano in piena regola. Quanto al rifiuto della mia richiesta di audizione, credo che sia  stato un atto profondamente incivile e  soprattutto ingiusto, come tutta questa storia”.

Secondo lei, quindi, non sussistono motivazioni, né concrete né formali, per il commissariamento?

“L’appiglio legale lo hanno dato le sei persone del Cda che si sono dimesse perché volevano una  verifica politica. Staremo a vedere quello che scriveranno sul documento finale, per ora le motivazioni portate sono del tutto inconsistenti”.

Nell’atto del Governo del 22 luglio scorso è riportato che il “Piano Spaziale Nazionale 2009-2011 non è stato approvato per carenze di ordine tecnico e amministrativo-gestionale”. Questa può essere una motivazione?

“Non è assolutamente vero che il Piano non sia stato approvato. Si sono confusi con il Piano triennale di applicazione, riguardo al quale sono stati sollevati dei commenti. Ma si tratta di due programmazioni completamente diverse, il che mette ancora una volta in evidenza che chi sta decidendo del futuro dell’Asi non sa di cosa sta parlando”.

Come ha preso la notizia che il vicecommissario sarà Piero Benvenuti, ex presidente dell’Inaf ma soprattutto uno degli ex consiglieri di amministrazione?

“È una contraddizione che non può non saltare agli occhi. Abbiamo lavorato insieme per più di un anno e Benvenuti ha approvato tutte le 104 delibere decise dal Cda. Se il Governo ritiene che il lavoro svolto e la linea gestionale non siano stati validi, perché conferire potere decisionale a un rappresentante di quello stesso management che vuole cambiare?”

Altra mosca al naso, la questione del conflitto di interessi con Finmeccanica…

“È ovvio che Saggese dovrà dare le dimissioni da Finmeccanica il giorno prima dell’insediamento. Probabilmente è legale, ma va contro ogni codice etico. Al di là del commissariamento, una persona che ha così forti interessi non dovrebbe essere posta alla guida di un ente statale e poter gestire un budget annuo di 600-800 milioni di euro”.

 

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