Categorie: SpazioVita

2012, è l’anno delle missioni impossibili

Analizzare Marte da vicino, aspettare la nascita di nuove forme di vita sintetica e mettere il naso sotto chilometri di ghiacci dell’Antartide, per scoprire quali sono gli effetti del riscaldamento globale. Il 2012 sarà anche l’anno delle missioni, per così dire, al limite. 

Nuove bandiere per le missioni nello Spazio: 
Europa, Russia e Stati Uniti. Fino a poco tempo fa la conquista dello spazio sembrava essere una loro prerogativa. Fino all’arrivo sulla scena della Cina, che lo scorso settembre ha spedito in orbita il primo dei moduli della sua stazione spaziale e che ha annunciato l’intenzione di mettere piede sulla Luna entro il 2020. E dimostrando di fatto come lo spazio è grande abbastanza per essere trafficato da altre superpotenze. Da una parte però l’ingresso della Cina – e la fine dell’era degli Shuttle – ha un altro significato, soprattutto per l’America. Infatti, con l’ultimo lancio di Atlantis e in attesa di direttive chiare da parte della Nasa, le missioni con equipaggio sembrano per ora destinate a cambiare bandiera

Novità da Marte: 
Da un lato la scena delle missioni spaziali marziane sarà per il 2012 ancora in gran parte made in Usa (a dispetto degli ultimi tentennamenti sulla partecipazione a ExoMars al fianco dell’Europa). Ad agosto infatti è previsto l’arrivo sul pianeta rosso del rover Curiosity, cui spettano a onor del vero compiti tutt’altro che facili: studiare (anche tramite campionamento) la composizione mineraria del suolo marziano e stabilire se effettivamente su Marte ci sia o ci sia stata in passato qualche forma di vita

La corsa ai laghi subglaciali: 
Tenendo i piedi per Terra il 2012 sarà anche l’anno delle spedizioni dirette verso i laghi subglaciali dell’Antartide, luoghi unici sul nostro pianeta, rimasti a lungo isolati, e che potrebbero fornire preziosi dati sul riscaldamento globale e riguardo l’adattamento di forme di vita sconosciute alle condizioni estreme. In realtà, come nelle promesse, il 2012 è già stato l’anno dei laghi subglaciali, con l’arrivo dei russi al traguardo solo pochi giorni fa, visto che sono riusciti a raggiungere l’acqua nel lago Vostok. In corsa però ci sono anche gli americani, sulla rotta per il lago Whillans, e gli europei, diretti verso il lago Ellsworth

Esplorazioni oceaniche: 
6500 metri. A tanto si inabisserà il nuovo Alvin, il sottomarino che in passato ha permesso di scoprire i resti del Titanic così come di far luce sulle bocche idrotermali nei pressi delle Galapagos. Il più famoso infatti dei laboratori oceanici tornerà a esplorare gli abissi grazie a un miglioramento delle tecnologie di galleggiamento, a nuove telecamere e a una revisione della struttura, che gli permetterà di disporre di spazi ancora più grandi e con una migliore vista sull’oceano profondo. 

Dopo Craig Venter: 
Il traguardo raggiunto nel 2010 da Craig Venter è innegabile: è riuscito per la prima volta a creare in laboratorio una cellula batterica sintetica, sintetizzandone il materiale genetico. Eppure ricreare la vita dal nulla, compresa la membrana che separa una cellula dal resto del mondo, è un traguardo ancora di là da venire. A cui però alcuni ricercatori, oltre Venter, stanno già lavorando. Alcuni scienziati della University of California di San Diego insieme ai colleghi di Harvard sono infatti riusciti nel ricreare chimicamente strutture simili alle membrane biologiche. 

Esopianeti: 
Oltre Marte ci sono loro: gli esopianeti, a cui la missione Kepler continua a dare la caccia. Per ora, dopo la scoperta di Kepler22b e dei gemelli Kepler 20e e 20f – i candidati, rispettivamente, più somiglianti alle caratteristiche di abilità della Terra o alle sue dimensioni – sono 61 gli esopianeti confermati, ma il loro numero del corso del 2012 potrebbe aumentare, visto che nella lista di attesa (di conferma) ce ne sono oltre 2000.  

via wired.it 

Anna Lisa Bonfranceschi

Giornalista scientifica, a Galileo Giornale di Scienza dal 2010. È laureata in Biologia Molecolare e Cellulare e oggi collabora principalmente con Wired e La Repubblica.

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  • Forse avete omesso la ricerca più importante, ossia la dimostrazione che il Bosone di Higgs effettivamente esiste, in corso al CERN. Da questo dipenderà il nostro modello dell'universo.

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