Caso Fluad, l’importanza delle vaccinazioni

Per escludere, confermare e in ogni caso chiarire il possibile legame tra vaccino anti-influenzale Fluad e morti sospette (l’ultimo aggiornamento parla di 13 anziani, in 7 regioni) serviranno circa due settimane. I primi risultati, eseguiti internamente dalla Novartis, la produttrice del vaccino, ne confermano gli standard produttivi e qualitativi, e anche gli esami tossicologici condotti dall‘Istituto superiore di sanità non hanno evidenziato nulla di anomalo nel test effettuati dopo il blocco imposto dall’Aifa venerdì scorso.

Se da un parte è doveroso e necessario fare chiarezza, dall’altra però è altresì importante, come stanno facendo in questi giorni l’Aifa e il ministero della Salute, ricordare – nel pieno dellacampagna anti-influenzale – perché è importante vaccinarsi (e continuare) a farlo. Nel tentativo anche di contrastare il crescente e pericoloso scetticismo contro le vaccinazioni (complici casi come quello del bambino autistico che dovrebbe essere risarcito dal ministero). Vaccinazioni vittime, per natura, del loro stesso meccanismo di funzionamento, come ci aveva raccontato Fabrizio Pregliasco del dipartimento di Scienze biomediche per la salute dell’Università di Milano: “la vaccinazione non fa pubblicità a sé stessa, perché elimina la malattia, la rende invisibile e con essa ne allontana la paura”. È stato così per il vaiolo e la poliomielite, ma lo è anche per il morbillo e per l’influenza.

Il vaccino, infatti, è l’arma più potente per prevenire l’influenza e le complicazioni che da questa possono derivarne, soprattutto nei soggetti a rischio, come anziani, bambini e malti cronici. Ma sono a rischio anche le donne al secondo o terzo mese di gravidanza, che con la vaccinazione possono ridurre il pericolo di parto prematuro e di ridotto peso del feto (qui tutte le categorie di persone per le quali è consigliata la vaccinazione).

Per capire quanto colpisca l’influenza basta dare uno sguardo ai numeri. Ogni anno, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, i virus influenzali infettano il 5-10% degli adulti, oltre il doppio delle percentuali si hanno invece nei bambini (dal 20 al 30%). Casi che per un totale da 3 a 5 milioni si manifestano con sintomi gravi, fino a causare ogni anno la morte di un numero compreso tra 250mila e 500mila persone, circa 40mila solo in Europa. Decessi che riguardano per lo più le popolazioni a rischio, come quelle con malattie croniche e gli over 65.

L’atto del vaccinarsi però non deve essere visto solo come un sistema di protezione individuale. Lo è, certamente e in primo luogo, ma proteggere se stessi significa anche proteggere gli altri, impedendo al virus di circolare attraverso la comunità, di causare altre infezioni, e quindi complicazioni: dalle polmoniti batteriche, alla disidratazione, al peggioramento di malattie quali diabete, malattie immunitarie, cardiovascolari e respiratorie, alle sinusiti e alle otiti, ricordano dal ministero.

Ma abbassare il numero di persone infettate significa anche ridurre il numero di assenze a scuola e dal lavoro, e quindi le perdite di produttività, nonché alleggerire il lavoro di medici e ospedali. Ed è importante continuare a vaccinarsi ogni anno perché i virus cambiano faccia, diventando irriconoscibili e capaci di sfuggire al sistema immunitario e all’immunità acquisita la stagione precedente. Investire nei vaccini significa investire nella salute, nostra e di chi ci circonda.

Via: Wired.it

Credits immagine: NIAID/Flickr

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