Scoperto un nuovo organo nel corpo umano: è l’interstizio

via Pixabay

Identificato nel corpo umano un nuovo organo: si chiama interstizio ed è costituito da una fitta rete di canali pieni di liquido, detto appunto interstiziale, che si trovano in quasi tutti gli apparati dell’organismo umano: sotto la pelle, ma anche nei tessuti che rivestono l’intestino, i polmoni, i vasi sanguigni e i muscoli. Tanto da essere uno degli organi più estesi del nostro corpo.

A visualizzare per la prima volta questa struttura anatomica, grazie ad una nuova tecnica, l’endomicroscopia confocale laser, è stato un gruppo di ricercatori guidati dal patologo Neil D. Theise della New York University School of Medicine negli Stati Uniti. Pubblicata su Scientific Reports, la scoperta ha importanti implicazioni per la comprensione di alcuni processi fisiologici ma anche dei meccanismi di molte malattie. Tra queste anche il cancro, di cui potrebbe contribuire a spiegare la diffusione.

La scoperta di questa struttura è stata casuale. Nell’autunno del 2015 gli endoscopisti e coautori dello studio David Carr-Locke e Petros Benias del Beth Israel Medical Center stavano analizzando con l’endomicroscopia confocale laser il dotto biliare di un paziente con tumore e, con meraviglia, notarono la presenza di una serie di cavità interconnesse a livello del tessuto sotto la mucosa, che non corrispondeva a nessuna struttura anatomica nota. Carr-Locke e Benias mostrarono le immagini ottenute al patologo Theise, che sottopose lo stesso tessuto ad una biopsia tradizionale. Al microscopio, la struttura reticolare costituita da cavità piene di liquido scompariva. I ricercatori avrebbero poi confermato che quello che si evidenziava al microscopio era solo che quel restava dei tessuti “collassati”, cioè dopo la perdita del liquido interstiziale che li riempie.

Nello studio pubblicato su Scientific Reports, la nuova tecnica è stata impiegata su dodici pazienti malati di tumore, sottoposti ad intervento chirurgico per la rimozione di pancreas e dotto biliare. La tecnica ha consentito di analizzare in vivo la struttura dei tessuti a livello microscopico. Come? Mediante un endoscopio per visualizzare l’interno degli organi, insieme ad un laser per illuminare i tessuti e ad alcuni sensori che analizzano i raggi fluorescenti riflessi dal campione.

Le immagini dei dotti biliari ottenute sono state poi confrontate con quelle di altri campioni esaminati a 60-70 micrometri sotto la pelle, sotto la mucosa gastrointestinale, intorno alla vescica e ad altri organi. In questo modo la presenza della nuova struttura anatomica è stata riconosciuta in tutte le parti del corpo soggette a pressioni. L’interstizio agirebbe, secondo gli autori, come un ammortizzatore che impedisce ai tessuti di subire lesioni a causa delle continue sollecitazioni provocate dal movimento di muscoli, organi e vasi sanguigni. Il nuovo organo, inoltre, è a sua volta sostenuto da un reticolo di fasci di collagene e di elastina, fra i componenti principali dei tessuti connettivi.

Immagine: Jill Gregory. Stampato con il permesso del Mount Sinai Health System, licenza CC-BY-ND.

 

La scoperta dell’interstizio è stata possibile solo grazie all’analisi in vivo dei tessuti, consentita dalla nuova tecnica. Finora, invece, l’esame della struttura microscopica prevede una serie di processi chimici e fisici che provocano la perdita dei liquidi, non consentendo di visualizzare la parte molle che compone il fluido interstiziale e dunque l’interstizio. La perdita dei liquidi, in pratica, fa sì che i fasci di proteine collassino l’uno sull’altro, dando al tessuto connettivo l’aspetto denso e compatto finora osservato.

“Questa scoperta potrà portare ad enormi progressi in medicina”, ha sottolineato Thiese, “anche grazie al fatto che l’analisi diretta del liquido interstiziale potrebbe diventare un potente strumento diagnostico” per la diagnosi precoce del cancro e di alcune malattie infiammatorie.

L’interstizio comunica con il sistema linfatico, da cui proviene il liquido interstiziale che ne riempie gli spazi. Il collegamento con il sistema linfatico spiega perché il cancro che invade il tessuto interstiziale ha maggiori probabilità di diffondersi. Ma il nuovo organo potrebbe avere un ruolo anche nella formazione di rughe della pelle, nell’irrigidimento degli arti e nella progressione di alcune malattie infiammatorie. Nell’interstizio, infatti, si evidenzia anche la presenza di cellule staminali mesenchimali, come ha spiegato Theise, che sono grado di contribuire alla formazione del tessuto cicatriziale osservato nelle malattie infiammatorie. Inoltre, i fasci di proteine che sostengono la struttura sono probabilmente in grado, quando si piegano, di generare piccole correnti elettriche, seguendo i movimenti di organi e muscoli, e questa particolare caratteristica potrebbe avere un ruolo, e dunque essere sfruttata, anche nell’ambito di tecniche come l’agopuntura.

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