5 cose da sapere sulle sigarette elettroniche

sigarette elettroniche
(Credits: Christ-claude Mowandza-ndinga)

Si continua a parlare di sigarette elettroniche. Lo spunto arriva soprattutto da casi di cronaca negli Stati Uniti che legano il consumo di ecig alla comparsa di una cosiddetta sindrome da svapo. Negli Usa le problematiche sembrano associate all’inclusione nei prodotti da svapo di THC, il principio attivo della cannabis, specialmente a quelli ottenuti e maneggiati in via illecita o informale, di cui poco si conosce con esattezza. In realtà fare chiarezza sulle ecig in generale non è semplice, a causa sorpattutto dell’estrema variabilità dei prodotti presenti sul mercato e sui modi di utilizzo, ma alcune evidenze a oggi cominciano a emergere.

In Italia quasi svapa quasi un milione di persone

Secondo gli ultimi dati presentati dall’Istituto superiore di sanità (Iss) in occasione della scorsa Gironata Mondiale senza tabacco tra consumatori abituali e occasonali in Italia si contanto circa 900 mila persone che fanno uso di sigarette elettroniche. La maggior parte di questi (circa 80%) fuma anche le sigarette tradizionali, mentre un 5% si è avvicinato al mondo del fumo con le sigarette elettroniche. A questi 900 mila si aggiungono poi 600 mila persone che usano prodotti da tabacco riscaldato: non propriamente ecig, né sigarette tradizionali, qualcosa che si trova a metà tra l’una e l’altro: producono vapori con nicotina dal riscaldamento del tabacco, senza combustione però.

Per l’Oms “non sono prodotti innocui”

Le sigarette elettroniche non sono prodotti innocui e andrebbero regolati di conseguenza, così come ogni prodotto che causa danni e mina la salute. Lo scrive, nero su bianco, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) nel report sull’epidemia di tabacco globale 2019, a dispetto del fatto che stimare il reale rischio associato alle ecig non è facile. Questo per diversi motivi: in primis con ecig si intende una varietà vastissima di prodotti, non sempre “ufficiali”, diversi per contenuto di nicotina, aromi e sostanze e modalità di utilizzo (anche da parte degli utenti). In secondo luogo mancano ancora studi di lungo termine che possano permettere valutazioni più accurate. Regolamentare le ecig, continuano dall’Oms, significa per esempio non incentivarne la promozione o la presentazione come prodotti sicuri laddove non provato e minimizzarne i rischi per i consumatori e non.

Sono stati documentati diversi effetti sulla salute

Con la premessa che è impossibile stabilire con certezza il reale peso sulla salute delle ecig, per i motivi accennati sopra, alcune evidenze circa i loro effetti sulla salute sono stati già documentati, specialmente per gli effetti a livello respiratorio. Si parla di studi condotti su colture cellulari, modelli animali e popolazione umana. Una review pubblicata da poco sul British Medical Journal ha messo insieme le evidenze raccolte finora. Per le ecig si parla di effetti citotossici, alterazione dell’espressione proteica e genica a livello cellulare, aumentata suscettibilità alle infezioni batteriche e virali, alterazione delle funzioni immunitarie, aumento di sintomi simil-bronchite, asma, respiro corto e alterazioni della funzione endoteliale. E ancora, di casi di malattia polmonare simili a quelli osservati negli Usa. Quantificare questi rischi però non è facile, come riassumeva anche l’Organizzazione modniale della sanità e nel complesso non è possibile ammettere oggi con certezza se gli effetti respiratori delle ecig siano minori dei prodotti che bruciano tabacco, concludevano gli scienziati sul Bmj. La questione per gli effetti che si vedono su un più lungo termine, come per esempio lo sviluppo di tumori, è ancora più incerta a oggi.

Le ecig possono incentivare al fumo

A destare particolare preoccupazione sulle ecig è la loro popolarità nei giovani. Sia perché non si tratta di prodotto innocui (compreso l’effetto negativo della nicotina sul cervello degli adolescenti) sia perché il loro utilizzo potrebbe incentivare il fumo di sigarette. Lo dicono chiaramente i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e l’Oms.

Funzionano come metodo per smettere di fumare? Ni

Rispondere a questa domanda non è semplice. Lo stesso Oms ammette che l’utilità delle ecig come strumento di smoking cessation è ancora discussa. D’altra parte, le evidenze aneddotiche di chi ha smesso di fumare grazie alle ecig non mancano. Né quelle più ufficiali: tra le ultime quelle messe insieme in uno studio finanziato dal Cancer Research UK che mostra come le ecig aiutino a smettere di fumare: i loro utilizzo come tentativo per smettere di fumare si associa a maggior tassi di successo. “Le ecig sono un pordotto relativamente nuovo, non sono senza rischi e non conosciamo i loro effetti sul lungo termine. Scoraggiamo fortemente a chi non fuma di usarle”, ha ribadito commentando lo studio George Butterworth, senior policy manager del Cancer Research UK: “Ma la ricerca finora ha mostrato che svapare è meno dannoso del fumo da tabacco e che può aiutare le persone a smettere di fumare”.

(Credits immagine di copertina: Christ-claude Mowandza-ndinga)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here