Il salto del plasmodio

Finalmente sono state svelate le origini della malaria. Il parassita responsabile dell’infezione nell’essere umano, il protozoo Plasmodium falciparum, si è evoluto da una specie ospite degli scimpanzé dell’Africa equatoriale. La scoperta, raccontata sulle pagine di Pnas, è di Stephen Rich, docente presso l’Università del Massachusetts (Usa).

Ogni anno, la malaria uccide quasi un milione di persone, colpendo soprattutto le popolazioni delle aree tropicali. Negli esseri umani, il parassita si trasmette attraverso la puntura di una zanzara femmina (del genere Anofele) infetta.

Nel regno animale esistono numerose specie di plasmodio. Tra queste, quella geneticamente più vicina al P. falciparum è il P. reichenowi, parassita degli scimpanzé. Fino ad oggi si pensava che le due specie si fossero evolute separatamente a partire da un antenato comune vissuto tra i 5 e i 7 milioni di anni fa. Dopo la separazione, ogni specie avrebbe seguito un cammino evolutivo parallelo a quello del proprio ospite, essere umano in un caso, scimpanzé nell’altro.

I risultati del nuovo studio, però, smentiscono questa ipotesi. L’analisi genetica di otto nuove linee di P. reichenowi isolate dal sangue delle scimmie della Costa d’Avorio e del Cameroon, mostra che tutte le popolazioni oggi esistenti del parassita umano derivano da quello dello scimpanzé.

Ecco il possibile scenario descritto dai ricercatori: tra i due milioni e i cinquemila di anni fa una zanzara infetta da Plasmodium reichenowi avrebbe punto un essere umano trasmettendogli il parassita. Questo, una volta entrato nel nuovo ospite, avrebbe accumulato nel corso delle generazioni le mutazioni che lo hanno reso pericoloso per la nostra specie. In effetti, la malaria esplose nelle aree tropicali circa 5.000 anni fa, quando l’agricoltura si diffuse in Africa ed aumentarono le occasioni di contatto tra esseri umani e scimpanzé. (m.s.)

Riferimento: Doi:10.1073/Pnas.0907740106

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