La salute è nel piatto

La presenza degli antibiotici nelle merendine – utilizzati per garantire una lunga conservazione – abbassa la flora batterica intestinale, compromettendo anche la digestione. Di più. L’alterazione dell’equilibrio intestinale può favorire l’insorgenza dei tumori del colon retto. Meglio, dunque, una fetta di pane con la marmellata preparata in casa piuttosto che i saccottini confezionati. Ma non è tutto, purtroppo: l’eccesso di estrogeni – non ultimi quelli presenti nelle carni – che circolano nell’ambiente (estrogeno sintetizzato) avrebbe, negli ultimi anni, abbassato da 13 – 14 anni a 10 – 11 la comparsa della prima mestruazione nelle bambine. Di come l’organismo umano, specie quando è ancora in crescita, risponda alle sollecitazioni alimentari a cui viene sottoposto si è parlato in un workshop promosso dalla Scuola internazionale di scienze mediche presso Centro di cultura scientifica “Ettore Majorana” di Erice.

Dal mondo scientifico giunge, pertanto, un consiglio: guardiamo indietro, a come vivevano i nostri nonni. Un’indagine condotta dall’Istituto oncologico “Maurizio Ascoli” di Palermo, ha, infatti, svelato che nell’area metropolitana del capoluogo siciliano l’incidenza dei tumori si è oggi attestata su livelli di quelli registrati a Varese, allineandosi ai parametri dei grandi centri nord europei. “Lo stress, associato allo smog, l’impossibilità di pranzare in casa con pietanze genuine e, quindi, la necessità di ricorrere ai fast-food”, spiega Luigi Castagnetta autore della ricerca, “concorrono negativamente a predisporre il nostro organismo ai tumori”. Lo stesso studio dimostra “che appena fuori dell’area metropolitana di Palermo, i livelli di incidenza si abbassano sensibilmente: i dati si allineano a quelli registrati nelle campagne. Pertanto, le abitudini di vita, non ultima quella alimentare, sembrano rivestire un ruolo di primissimo ordine”. Dieta campione con cui confrontare tutti gli altri regimi alimentari è quella “mediterranea”, ricca di carboidrati e povera di proteine animali: un piatto di pasta e fagioli condito con dell’ottimo olivo extravergine di oliva, ci assicurerebbe – stando agli esperti del settore – uno schermo protettivo contro le malattie neoplastiche. “Non a caso il numero dei tumori che si registra nelle campagne”, dice ancora Castagnetta, “è decisamente inferiore: dove si mangiano meno carne e più verdure, i rischi si riducono in maniera molto sensibile”. Cosa fare allora? Cambiare abitudini alimentari: andare alla ricerca di cibi nostrani e genuini, usare l’olio di oliva al posto del burro, mangiare sempre più porzioni di frutta fresca e verdura al giorno. Consigli semplici, più volte ripetuti, “ma che, purtroppo, nelle metropoli non vengono ancora recepiti”.

La conferma del ruolo importante che assume l’alimentazione nella prevenzione dell’insorgenza dei tumori arriva anche da numerosi, recenti, studi internazionali: è stato appurato che popolazioni di Cina, Giappone e Sud Est Asiatico (Paesi a bassa incidenza di tumori) che emigrano in Europa, Stati Uniti e Australia (paesi dove invece si registra un maggior numero di sviluppo di neoplasie), dopo un determinato periodo di tempo, si ammalano di tumore nella stessa percentuale degli indigeni. Secondo gli studiosi i fattori ambientali influiscono, ma ancor di più incidono le abitudini di vita e quelli alimentari. Pomodori, olio di oliva, vino rosso, vitamina C e antiossidanti presenti in tutti gli agrumi, sono gli alimenti promossi a pieni voti dagli scienziati perché a fronte di una provata capacità di fornire al nostro organismo principi attivi contro le neoplasie, non apportano nessun fattore di rischio in campo neoplastico.

La preoccupazione degli scienziati è legata alle abitudini alimentari delle nuove generazioni, specialmente quelle che vivono nei Paesi più industrializzati o che, pur vivendo in zone ancora non ad alto rischio, conducono uno stile di vita da abitanti di una grande metropoli. Gli studi hanno infine dimostrato che una corretta alimentazione sembra avere effetti positivi non soltanto sulla prevenzione dei tumori dell’apparato digerente, bensì sulla maggior parte delle patologie neoplastiche. Come dire: la prevenzione inizia a tavola.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here