Gioie e dolori del lavoro da casa

Quante volte abbiamo desiderato di lavorare da casa per poter dire addio al capo autoritario, al cibo della mensa o alle trasferte. Ogni anno migliaia di uomini e donne fanno questa scelta e lasciano la fabbrica, il negozio o l’ufficio per ritirarsi a lavorare tra le mura domestiche. Questa nuova tendenza porta una serie di benefici in termini di flessibilità di orari e indipendenza, ma anche diversi svantaggi: l’invasione del lavoro nello spazio casalingo e abitativo, la pressione di lavorare di più e lo stress di riuscire a conciliare il lavoro con gli impegni familiari. La qualità della vita del lavoratore a casa è stata attentamente valutata da uno studio condotto da Jeanne Moore e Tracey Crosbie, ricercatrici della britannica Università di Teesside, per l’Economic and Social Research Council. Le studiose hanno intervistato cento persone che hanno scelto di lavorare da casa, con risultati interessanti. In primo luogo, il lavoro svolto a casa risulta molto più gratificante per coloro che svolgono attività professionali piuttosto che da impiegati tradizionali (per esempio nel lavoro di assemblaggio e imballaggio). C’è chi per propensione psicologica o per motivi sociali ed economici sembra avere maggiori benefici nel lavorare presso il proprio domicilio, sperimenta minore stress e sente di avere un maggiore controllo sulla propria vita lavorativa. Tutti i lavoratori da casa che hanno figli piccoli, però, concordano sulla difficoltà di far conciliare le esigenze familiari con il lavoro, soprattutto se non possono avvalersi di collaborazioni e custodia dei bambini. La flessibilità degli orari, inoltre, può rivelarsi un’arma a doppio taglio: se è vero che può essere un vantaggio e allentare lo stress, in molti casi, soprattutto nei lavori professionali, porta a lavorare fino a sera e nei fine settimana, col risultato di un surplus di lavoro. Alcuni intervistati hanno dichiarato di sentirsi più “a casa” perché lavorano e vivono nello stesso posto. Per altri, invece, il lavorare presso il proprio domicilio è completamente in disaccordo con il loro “sentirsi a casa” e si lamentano di non riuscire mai a rilassarsi e a “staccare” dal lavoro. (r.c.)

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