CCSVI, quello studio non convince

Un miglioramento nelle condizioni fisiche fin nel 77% dei casi, e nel 74% per quelle mentali. È quanto osservato in un gruppo di pazienti con diverse forme di sclerosi multipla e CCSVI sottoposti a interventi di disostruzione venosa da un gruppo di ricercatori dell’Albany Medical Center (New York, Usa). Un risultato che sembrerebbe confermare le teorie del medico ferrarese Paolo Zamboni, secondo cui la sclerosi multipla sarebbe associata a restringimenti delle vene che drenano il sangue dal cervello e dal sistema nervoso centrale, la CCSVI appunto (insufficienza venosa cronica cerebrospinale, vedi Galileo).

Lo studio, presentato al meeting della Society of Interventional Radiology di San Francisco, ha coinvolto 192 pazienti con varie forme di sclerosi multipla e con diagnosi di CCSVI, operate con angioplastica per dilatare le vene giugulari e le azygos (del collo e del torace, rispettivamente) ostruite e ristabilire così il flusso sanguigno. Successivamente gli scienziati hanno analizzato gli effetti del trattamento interventistico sottoponendo dei questionari ai pazienti, in quello che viene chiamato uno studio retrospettivo, ovvero in grado di valutare gli effetti di un trattamento misurandoli rispetto alle condizioni precedenti.

Analizzando i punteggi ottenuti nei questionari – utilizzati per misurare le condizioni psicofisiche dei pazienti – gli scienziati hanno osservato come l’intervento sia stato in grado di migliorare in modo significativo la qualità di vita dei pazienti. Un miglioramento riportato fin nel 77% dei casi per le condizioni fisiche e del 74% per quelle mentali, con i pazienti con sclerosi multipla recidivante-remittente come i più responsivi, e quelli con la forma secondariamente progressiva come i meno (con miglioramenti nel 59% e nel 50% dei casi, relativamente agli aspetti fisici e mentali). Non solo, gli scienziati hanno anche osservato come i miglioramenti fossero minori nelle persone con una lunga storia da pazienti, ovvero con diagnosi di malattia ricevuta da più di dieci anni.

Ma quello dell’Albany Medical College può considerarsi una prova alle teorie del medico ferrarese? No, secondo Massimo Del Sette, presidente della Sinec (Società italiana neurosonologia ed emodinamica cerebrale) e parte del comitato scientifico di CoSMo, lo studio epidemiologico promosso dall’Aism e dalla sua Federazione per appurare la correlazione tra Sclerosi multipla e la CCSVI, ancora in corso e di cui si attendono i primi risultati per l’estate. 

I motivi per cui lo studio statunitense non può considerarsi una prova alle teorie del medico ferrarese sono sostanzialmente metodologici, spiega Del Sette a Galileo: “In primo luogo è uno studio retrospettivo e non prospettico come dovrebbe essere, cioè analizza i casi andandoli a cercare ‘all’indietro’, e non procedendo in modo corretto, cioè stabilendo prima quello che si vuole verificare e poi eventualmente rilevandolo. In secondo luogo, non esiste alcun gruppo di controllo, ovvero non si confronta il trattamento con persone che non hanno subito l’intervento, e questo quindi non può escludere l’esistenza di un effetto placebo. Inoltre, non essendovi un gruppo di controllo, manca la terza caratteristica che dovrebbe avere uno studio scientifico adeguato, cioè la randomizzazione, ovvero l’assegnazione casuale dei pazienti al gruppo che fa l’intervento e a quello che non lo subisce”.

Perché un risultato scientifico sia significativo, spiega ancora Del Sette, dovrebbe essere basato su uno studio prospettico, randomizzato, controllato, e in cieco, ovvero senza che i soggetti coinvolti sappiano in quale gruppo (trattamento o placebo) sono stati assegnati. “Brave Dreams, lo studio interventistico il cui ricercatore principale è proprio il professor Zamboni, è stato disegnato per funzionare proprio in questo modo”.

Come si spiegano allora i miglioramenti riferiti dai pazienti? “Un’ipotesi è che possano essere riferiti al normale decorso della malattia, che per sua natura presenta dei periodi di remissione spontanea in cui il paziente sta meglio. Ma senza un controllo non si può neanche escludere l’effetto placebo, ovvero un miglioramento delle condizioni psicofisiche generate nel malato solo dal fatto di essere entrato in una sala operatoria. Di fatto questo studio non aggiunge nulla a quanto già noto, se non suggerire un ipotetico legame tra CCSVI e sclerosi multipla da approfondire e dell’efficacia, ancora da verificare, di un intervento di angioplastica” conclude Del Sette.

Riferimenti: “Short-Term Outcomes After Endovascular Treatment for Chronic Cerebrospinal Venous Insufficiency (CCSVI) in Patients With Multiple Sclerosis,” K.P. Sekhar, K. Mandato, W. Rucker, M. Chappidi, M. Englander, G. Siskin, Radiology, Albany Medical Center, Albany, N.Y.

12 Commenti

  1. Dal punto di vista scientifico uno studio prospettico è molto più valido di uno studio retrospettivo.
    Come spiegare però i risultati ottenuti? È scientificamente dimostrabile un effetto placebo di lunga durata?
    Può, l’effetto placebo, comportare la ripresa di alcune capacità motorie o la riduzione dell’esigenza di minzione?
    Mi viene da dire che dal punto di vista scientifico è preferibile uno studio prospettico ma concretamente non si possono ignorare dei risultati positivi a fronte di una sola variabile (l’angioplastica dilatativa).
    Queste precisazioni di metodo sembrano delle difese dello studio cosmo (i cui risultati anticipati sono opposti a quelli dei risultati presentati dall’Albany Medical Center) per il quale gli operatori non erano adeguatamente preparati alla ricerca.

  2. purtropo Massimo Del Sette è “parte del comitato scientifico di CoSMo, lo studio epidemiologico promosso dall’Aism”
    sarebbe interessante avere valutazioni e commenti scevri di qualsiasi interesse, quelli sì aiuterebbero!

  3. Il neurologo Del Sette non si smentisce. Cerca di sminuire lo studio retrospettivo presentato dal team di Albany durante il prestigioso meeting scientifico della Society of Interventional Radiology (SIR) a San Francisco (California).
    Evidentemente il dottore non ha letto che gli stessi ricercatori statunitensi nelle loro conclusioni ritengono necessario uno studio prospettico randomizzato per valutare meglio il ruolo del trattamento endovascolare della CCSVI nella SM, proprio come lo studio Brave Dreams che dovrebbe finalmente partire nel prossimo mese di maggio.
    Del tutto fuori luogo inoltre la citazione della giornalista sullo studio epidemiologico Cosmo promosso e finanziato dalla Fism-Aism, da cui già nel settembre 2010 si era dissociato il prof. Zamboni, scopritore della CCSVI, a causa di importanti difetti nel protocollo.
    Come se ciò non bastasse l’Aism, nell’ottobre scorso, annunciò con malcelato orgoglio alla stampa che “a oggi, sulla base di dati preliminari, la presenza di CCSVI è stata osservata globalmente in meno del 10% dei soggetti esaminati”, costituendo un grave “bias di ricerca” in grado di invalidare lo studio Cosmo, essendoci ampie tracce di dichiarazioni fatte anzitempo in grado di influenzare negativamente gli operatori dello studio (anche quando fossero stati perfettamente preparati).
    https://www.galileonet.it/articles/4f7b0c5e72b7ab5f85000038

  4. “cioè stabilendo prima quello che si vuole verificare e poi eventualmente rilevandolo”

    qui probabilmente sta parlando di CoSMo… visto che Comi ha già fornito i dati parziali… in questo modo vanificando qualunque conclusione dello studio che è costato tanti soldini agli associati aism…
    quand’è che ne chiedete le dimissioni?
    prima di criticare gli altri Scienziati… fate pulizia tra voi scienziati.
    Come mai nel vostro studio in cieco… ci sono alcuni partecipanti che ci vedono benissimo prima della conclusione? e lo dicono pure? state davvero cercando la verità… o vi state facendo condurre al buio dalla manina del vostro ispiratore?

  5. non si confronta il trattamento con persone che non hanno subito l’intervento

    ma per piacere… quanti anni è che studiate la SM… e mi venite a dire che non avete dati di raffronto relativi a persone che non hanno subito l’intervento?????

  6. effetto placebo…

    come mai i vostri farmaci non hanno mai avuto un così clamoroso effetto placebo… ahhh… già… perchè di solito ti conducono alla morte o ad uno stato larvale ancora prima che uno possa accorgersi del mitico placebo… e quando sei morto, chiaro che la SM non progredisce più: bravi avete curato un morto (W il tysabri, W gli immunosoppressori)
    il paziente è guarito!!! solo non respira!

  7. Se si chiama ‘studio retrospettivo’ avrà un motivo che non deve per forza coincidere con negativo da come lo commenta il presidente Del Sette. E’ solo un voler a tutti i costi smontare qualcosa senza sapere quello che si dice e senza rispondere a domande importanti per noi malati che facciamo da tre anni al presidente stesso. Non chiediamo altro che una ricerca rigorosa e seria. Pertanto si potrebbe chiedere a Del Sette cosa ci fanno, dentro lo studio Cosmo, dottori che il doppler venoso non sono capaci di farlo? Quante altre non risposte dovete dare ai malati?
    Per favore chiedetelo al presidente perché le persone che hanno una diagnosi negativa dai dottori che partecipano allo studio Cosmo e poi sventolano in faccia ai dottori stessi il cd con le registrazioni dei doppler che dimostrano il contrario non li conto più. Sono stanco di beccare sempre articoli presi a senso unico.. si parla di uno studio retrospettivo? Bene.. invece di fare a gara a smontarlo è possibile avere qualcuno che ce lo spieghi? Che ci spieghi perché, alcuni di noi, si sentono meglio? Che ci spieghi perché ci sono altri che non hanno benefici e cosa si può fare per farglieli ottenere?
    Possiamo smettere di sentirci soli come malati senza perdersi dietro a diatribe di cui non ce ne può fregar di meno?

  8. penso che il Dott. Del sette abbia tratto delle conclusioni affrettate ed errate.
    L’effetto placebo avrebbe colto tutti i partecipanti? Se una persona cammina meglio, se la sua incontinenza è migliorata ecc…è effetto placebo? ma mi faccia il piacere.

  9. Secondo Del Sette, l’intero universo dei malati che hanno tratto benefici dalla PTA sono soggetti ad effetto placebo! Un fenomeno di massa senza precedenti: migliaia di malati, sparsi in tutto il mondo, che anche a distanza di 4 anni dall’intervento continuano a goderne i benefici… tutti soggetti ad autosuggesione. Però! Questa liberazione! Se non fosse in realtà semplice scienza si direbbe che abbia del miracoloso… (!)

  10. Se per studio in cieco si intende uno studio in cui gli operatori non siano preparati adeguatamente per vedere quello che si sta cercando…ecco, allora ho capito il meraviglioso studio COSMO.

  11. Non mi occupo di queste problematiche di ricerca ma faccio ricerca scientifica da quarant’anni. Questo rimpallarsi di pretestuose ed ipotetiche argomentazioni e’ solo segno di provincialismo culturale. La scienza richiede poche parole e molte pubblicazioni scientifiche internazionali.

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