Categorie: Società

A ogni nazione i suoi tweet

Tedeschi più ingessati e legati all’economia, brasiliani amanti dello sport, spagnoli nazionalisti e inglesi dallo stampo più diplomatico e globale. Sembrano caricature da barzelletta e invece sono i risultati di uno studio sulle abitudini di lettura degli utenti Twitter. La ricerca è stata pubblicata su Sage Open e ha preso in esame quasi tre milioni di tweet in cinque diversi paesi. La conclusione? Ogni nazione ha davvero i propri argomenti preferiti, ma grazie alla struttura del social network gli utenti possono anche arrivare a influenzarne la popolarità.

Gli autori dello studio sono Marco Toledo Bastos, ecologo digitale presso la Universidade de São Paulo, e Gabriela Zago, dottoranda presso la Universidade Federal do Rio Grande do Sul. I due ricercatori hanno monitorato i link diffusi nel 2012 da otto account Twitter delle più grandi testate nazionali tra Stati Uniti, Spagna, Brasile, Germania e Regno Unito. Dopo aver raccolto tweet per più di due settimane, hanno analizzato gli schemi di diffusione dei loro contenuti su base geografica.

Le preferenze nazionali emerse da Twitter sono state riassunte così: statunitensi e britannici sono più propensi a condividere notizie d’opinione o su temi globali, gli spagnoli preferiscono quelle locali e nazionali, i tedeschi quelle di politica e economia, mentre i brasiliani amano soprattutto quelle di arte e sport. Molte delle scelte degli utenti sono condizionate anche dalla lingua madre: tedeschi e spagnoli prediligono pubblicazioni locali molto più di quanto non facciano gli anglofoni.

Lo spaccato analizzato dai due ricercatori forse non potrà raccontare tutto delle abitudini di ogni singolo utente – le eccezioni sono all’ordine del giorno – ma il numero di tweet raccolti fa pensare che non siano andati troppo lontani dal cogliere la verità: i cinguettii dalla Germania erano 123 mila, 395 mila dal Brasile, 793 mila dalla Spagna, 537 mila dal Regno Unito e 994 mila dagli Stati Uniti. Quasi tre milioni di informazioni in grado di comporre un quadro abbastanza chiaro di chi-twitta-cosa all’interno delle cinque nazioni.

“Oggi il pubblico ha l’opportunità di esprimere il proprio parere”, hanno detto gli autori, “non solo come lettori di notizie ma anche come elementi fondamentali che decidono quali articoli sono diffusi e quali argomenti attraggono la maggior attenzione nel contesto dei social network”.

Ora non resta che capire in che misura le preferenze espresse dagli utenti di Twitter siano frutto degli algoritmi di selezione personalizzata del servizio di microblogging. Già, perché molti dei link messi a disposizione degli utenti potrebbero essere il frutto di una selezione forzata mediata dal social network. Spesso Twitter filtra i contenuti visibili dagli utenti sulla base della propria residenza geografica, oltre che sulle abitudini passate. Insomma, più che di preferenze nazionali potrebbe trattarsi di preferenze individuali (vedi Galileo: Dimmi cosa scrivi online e ti dirò chi sei). In poche parole, quello che vediamo online potrebbe essere in buona parte lo specchio dei nostri luoghi comuni di sempre. Trasportarli in Rete forse ci ha resi semplicemente meno curiosi di quanto non fossimo prima.

Credits immagine: Wolfman-K/Flickr

Riferimenti: Tweeting News Articles: Readership and News Section in Europe and the Americas. SAGE Open, 2013   

Lorenzo Mannella

Si occupa di scienza, internet e innovazione. Laureato in Biotecnologie presso l'Università di Pisa, ha frequentato il master SGP in comunicazione scientifica presso Sapienza Università di Roma. Collabora con Galileo dal 2011. Scrive per Wired, Sapere e L'Espresso.

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