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Stg. Pepper, il capolavoro dei Beatles che ha cambiato la musica pop

Fin dalla copertina, che presenta una doppia immagine dei Beatles circondati da una ressa di personaggi non sempre riconoscibili, l’album Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band si presenta come qualcosa di straordinario. E proprio dalla copertina del disco inizia l’analisi di Banti, docente di Storia Culturale all’Università di Pisa. Il suo saggio ci trasporta nel clima della cultura e della musica degli anni 1950-1970, fino alle esperienze che hanno caratterizzato la Summer of love nell’Inghilterra di Mary Quant e nei centri Hippie di San Francisco o di Los Angeles. Jazz, country, folk, rock’n’roll, ritmi semplici e coinvolgenti eseguiti a volte con strumentazioni improvvisate esaltano il ballo, il desiderio di divertirsi, l’amore. I ragazzi disprezzano la scuola, si vestono in modi strani, hanno atteggiamenti irritanti, si organizzano in gang con i loro miti e i loro riti. Oltre alla voglia di vivere e dimenticare, però, la psichedelia, le mode, la passione per le filosofie orientali, la pace e l’amore fanno da collante tra giovani di paesi e culture diverse, uniti dal messaggio di poeti e scrittori come Kerouac e Ginsberg, dall’uso di sostanze stupefacenti e da esperienze musicali innovative. Ed in questo contesto la guerra fredda, la “paura della bomba”, la guerra del Vietnam, il razzismo, sollecitano inquietudini e spingono i giovani a dissociarsi dal conformismo adulto e a sognare un mondo diverso.

Yesterday ed Eleanor Rigby

Tra le tante band e i tanti musicisti in voga i Beatles ottengono grandissimi successi: si rivolgono alla gente “normale” con cui condividono sentimenti e modo di vivere. Sebbene tengano alto il nome e gli interessi economici dell’Inghilterra, ai loro concerti dal vivo si affollano ragazzine in estasi: la beatlemania si diffonde in America e poi in tutto il mondo, ma gradualmente contribuisce all’emancipazione del gusto e della sensibilità anche delle fan più accanite. È la musica dei Beatles “prima maniera” ma il gruppo, andando in giro per il mondo, ha assimilato altre musicalità e si è aperto ad impegnative esperienze culturali e religiose. I Beatles si sentono maturi, scrive Banti, ad affrontare argomenti di solito estranei al pop o al rock and roll, come la solitudine, la sofferenza, la morte. Le parole di Yesterday o di Eleanor Rigby, ad esempio, sviluppano una nuova poetica e propongono un’interazione intensa tra testo e musica: la solitudine in vita e in morte di Eleanor, che non significa niente per nessuno, è ben conosciuta da tutti, e identificarsi nella sua storia fa da legante tra giovani e meno giovani. Allo stesso tempo, la musica dei vari dischi pubblicati si fa più complessa, dialoga con la musica classica sette-ottocentesca anche per merito della collaborazione di Paul col mitico produttore del quartetto, George Martin; si sperimentano inoltre nuove tecniche di registrazione che Banti definisce strabilianti. I Beatles rinunciano quindi ai concerti dal vivo e diventano una studio band, più matura, che si arricchisce con le esperienze di vita di ciascuno dei membri. Lennon va in Germania a incontrare Yoko Ono e gira per l’Europa, Harrison va in India a studiare il sitar con Ravi Shankar, McCartney viaggia in Europa e in Kenya, Starr, il più sedentario, raggiungerà poi Lennon in Spagna.

L’idea di un concept album

Durante il viaggio di ritorno dal Kenya Paul pensa alla possibilità di costruire, su un 33 giri, una sequenza di canzoni collegate da elementi tematici comuni, un concept album. Il tema per la Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band potrebbe essere un itinerario tra i luoghi dell’infanzia di Liverpool: questo non si realizzerà, ma le canzoni scelte convergono invece verso un confronto serrato e sinergico con la controcultura psichedelica di San Francisco. L’esperienza con stupefacenti come fonte di illuminazione e come capacità di superare i propri limiti per vedere e capire altro, è in sintonia con le teorizzazioni di Leary, ed è presente nella struttura musicale e nei testi, in cui si rivela un’ironica larvata critica all’impossibilità di uscire dall’acquiescenza a un sistema sociale limitante.

Il significato della copertina

Banti analizza ancora il significato della copertina del LP che vuole essere anche una irrisione polemica nei confronti di coloro che sostengono la guerra in Vietnam, mentre le canzoni parlano della solitudine, della contrapposizione tra figli e genitori, della quotidiana sofferenza di vivere in un contesto che non capisce e non accoglie. La ricerca di luoghi immaginari altri connota una parte significativa dell’album; il bisogno di spiritualità porta i Beatles e in particolare Harrison a cercarla nelle religioni orientali: sonorità indiane si trovano nella banda del Sgt. Pepper, dovute a strumenti come il sitar e la tambura, a volte suonate proprio da musicisti indiani. Questi arricchimenti musicali sono forse l’unica nota positiva che i Beatles ricavano dalla loro esperienza in India.

L’analisi della musica

Il capitolo IV, scritto da Pasquale Laino, interessa soprattutto i lettori con buone cognizioni di teoria musicale, e analizza in dettaglio la struttura di quattro canzoni fondamentali dell’album. Il libro si conclude con una sorta di bilancio sull’intera esperienza dei Beatles: ai grandissimi entusiasmi suscitati e allo strepitoso successo si contrappongono critiche anche piuttosto severe. Si moltiplicano le reazioni negative al loro modo di vivere, le emozioni provocate dalla loro musica vengono considerate piccolo-borghesi, non mancano critiche aspre anche sul piano musicale. Banti conclude il testo con un commento positivo, e considera Sgt. Pepper come uno degli album fondamentali della pop music, “in quanto le pratiche compositive, le concezioni estetiche e i modi di concepire la grafica di corredo hanno influenzato gli universi mentali di molti musicisti e di milioni di ascoltatori e di ascoltatrici”.

Una cronologia della vita e delle opere dei Beatles, un glossario, una bibliografia e discografia completano il volume.

Foto di Fedor su Unsplash

Maria Arcà

Maria Arcà ha svolto ricerche in Biologia Molecolare presso l'Università e il CNR di Roma. Dagli anni 70 si è interessata ai problemi cognitivi ed epistemologici dei bambini; ha svolto attività di aggiornamento per insegnanti della scuola di base, ha pubblicato articoli e testi in Italia e all’estero.  Nel 2000, ha partecipato alla Commissione De Mauro per la definizione dei curricoli di scienze e, nel 2012, alla revisione delle Indicazioni Nazionali per il Curricolo.

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