Tecnofili entusiasti state attenti: i virus informatici che pensate appartenere al passato possono tornare a colpire e a riprodursi. Lo rivela lo studio di Romualdo Pastor Satorras e Alessandro Vespignani, fisici dell’International Centre for theoretical Physics di Trieste di cui Nature annuncia la prossima pubblicazione sulla rivista Physical Revue Letters. Come spiegava Vespignani in un’intervista intervista intervista rilasciata a Galileo nel dicembre scorso, i due ricercatori hanno utilizzato modelli matematici sviluppati per la fisica statistica per individuare un modello per i virus virtuali sulla base di quello elaborato per i virus biologici. Ma hanno avuto una sorpresa. Mentre il tempo di vita media degli agenti infettivi reali è molto basso, i virus virtuali possono continuare a colpire per due o tre anni il sistema informatico. A causa della crescita esponenziale di Internet, infatti, ogni computer entra in contatto ogni giorno con un numero di simili maggiore di quanto avvenga a un uomo. E ogni contatto dura in media molto di più. In questo modo anche il virus più debole riesce a diffondersi e diventare una minaccia in grado di colpire in un intervallo di tempo molto grande. E’ auspicabile quindi, dicono i due fisici, un meccanismo attraverso il quale un computer che sia stato infettato possa mettere in guardia le altre macchine sul pericolo che corrono. (r.p.)
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