Imprese agricole di piccole dimensioni portate avanti da over 65enni e produttività inferiore rispetto ai nostri competitori europei: un grave ritardo strutturale nei confronti del resto dell’Ue. Anche se le esportazioni sono in crescita. Questo il quadro disegnato dall’XI rapporto sulla competitività sull’agricoltura italiana, sviluppato dall’osservatorio Nomisma e promosso da Confagricoltura.
Ecco i dati. A fronte di una media comunitaria di circa dodici ettari di superficie agricola utilizzata per azienda, l’Italia arriva solamente a poco più di sette ettari (contro i 49 della Francia e i 44 della Germania). Il “nucleo” delle imprese con terreni coltivati di superficie superiore ai 50 ettari pesa per appena il due per cento nel nostro paese, mentre incide per il 35 per cento in Francia e il 22 per cento in Germania. Anche la produttività è inferiore rispetto a tutti i nostri principali competitori: 18 mila euro di valore aggiunto per addetto, contro i 30 mila della Francia e i 22 mila della Spagna.
Uno dei problemi del settore riguarda il ricambio generazionale: il rapporto tra i produttori agricoli con meno di 35 anni e quelli sopra i 65 si rivela dell’otto per cento, quando in Germania è del 125 per cento, in Francia il 66 per cento mentre la media comunitaria si attesta sul 22 per cento.
Almeno una notizia è positiva: tra il 1997 e il 2007 l’Italia ha risalito la graduatoria internazionale dei paesi esportatori, arrivando fino al decimo posto. Peccato però che Brasile, Cina, Germania e Spagna crescano a ritmi superiori. Sono vino, ortofrutta fresca e trasformata a occupare i prodotti più esportati, che nel 2007 hanno rappresentato il 35 per dell’intero valore delle vendite ottenuto oltre frontiera.
Ma quali sono i maggiori problemi che gli agricoltori devono affrontare? Secondo un’indagine nazionale su 500 imprese agricole, le criticità riguardano l’accesso al mercato, la burocrazia, l’accesso al credito e il costo della manodopera. Un’impresa su cinque dichiara che le trafile amministrative fanno “perdere” ogni anno più di 60 giornate. Nell’ultimo triennio, il 36 per cento del campione intervistato ha registrato incrementi nel fatturato, mentre il 28 per cento ha registrato un calo.
Le conseguenze di queste difficoltà e dell’arretratezza si vedono. Secondo la Confederazione italiana agricoltori (Cia), infatti, negli ultimi dieci anni sono scomparse 500 mila aziende agricole, con una perdita di 600 mila ettari di terreno. (a.g.)
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