Volare da Londra a New York in quaranta minuti. E’ quanto promette X-34A, un prototipo di aeroplano sviluppato dalla Nasa, l’ente spaziale americano. La velocità che i progettisti credono di poter raggiungere è di circa 12 mila chilometri all’ora, pari a dieci volte circa la velocità del suono nell’aria. Tutto questo grazie allo Scramjet, un avveniristico motore che utilizza come combustibile l’idrogeno presente nell’atmosfera solcata dal jet.
I primi test di affidabilità dello Scramjet verranno effettuati a maggio, quando un modellino lungo quattro metri e con un’apertura alare di un metro e mezzo, effettuerà il primo viaggio sopra l’Oceano Pacifico. Al termine del test il prototipo ammarerà sulla superficie oceanica.
Se tutto andrà come previsto, lo Scramjet potrebbe aprire la strada a una nuova generazione di aerei, missili e vettori spaziali a velocità ultrasonica. Anche se non mancano le critiche: alcuni esperti hanno sollevato obiezioni di carattere ambientale riguardo la possibilità di impiegare questi mezzi a scopo commerciale. Da un lato, un incremento dei voli supersonici aggraverebbe gli effetti sul riscaldamento globale dell’inquinamento causato dal traffico aereo, il cui contributo è attualmente stimato intorno al 3,5 per cento. Dall’altro, il rumore prodotto da un velivolo supersonico supera di gran lunga i limiti imposti attualmente. Il futuribile velivolo, dunque, come è già per il Concorde, potrebbe dunque essere impiegato solo su alcune rotte, lontane dai centri abitati. (g.s.)
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