Una nuova fonte di energia si aggira per l’Universo. Che sembra essere molto più potente persino dell’energia liberata nei processi di fusione nucleare, quelli che tengono accesi il sole e l’altre stelle. E ha a che fare con i quark, le particelle elementari – ossia, per quello che sappiamo, i più piccoli “mattoni” della materia – che compongono, per esempio, protoni e neutroni. A scoprirla sono stati Marek Karliner e Jonathan Rosner, rispettivamente dell’Enrico Fermi Institute alla University of Chicago e della School of Physics and Astronomy alla Tel Aviv University: i due scienziati, in un articolo scientifico appena pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature, descrivono infatti (solo dal punto di vista teorico, almeno per ora) una nuova forma di energia che si sprigionerebbe durante i processi di fusione tra quark e che, calcoli alla mano, potrebbe essere fino a dieci volte più potente rispetto a quella che si genera nei processi di fusione nucleare.
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