Le allergie respiratorie acute e quelle croniche non sono due momenti consequenziali ma paralleli. A spiegarlo è uno studio italiano pubblicato sul Journal of Immunology e presentato ieri all’Università Cattolica di Roma nel corso del Convegno internazionale di allergologia. Secondo la vecchia teoria, ci sarebbe prima la crisi allergica acuta, cioè l’infiammazione dovuta al rilascio di istamine, e poi, con il passare del tempo e il ripetersi delle crisi, la malattia diventa cronica. La cronicizzazione è un processo di rimodellamento permanente dei tessuti, una specie di cicatrizzazione, determinato dalla sintesi delle citochine. Ma Gianni Marone, immunologo presso l’Università di Napoli Federico II e autore della ricerca condotta su cellule umane, ha scoperto che l’istamina causa non solo l’infiammazione della crisi acuta, ma anche la sintesi e la secrezione delle citochine, responsabili del fenomeno di cronicizzazione. I due processi, insomma, sono strettamente connessi e, con la mediazione delle istamine, avvengono in parallelo, anziché uno dopo l’altro. Importanti le implicazioni terapeutiche e farmacologiche, anche perché gli antistaminici di terza generazione, come la fexofenadina, sembrano in grado di inceppare la macchina allergica proprio nel punto giusto. “Il medico – commenta Marone – per prevenire la cronicizzazione dovrebbe prescrivere trattamenti prolungati anche nel caso di crisi acute. Inoltre i farmaci di ultima generazione non hanno effetti collaterali né a livello cardiovascolare né a livello del sistema nervoso centrale”. (f.n.)
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