Categorie: SocietàVita

Arriva l’app per misurare la felicità

“Felicità” vale 8,30. “Ciliegia”, 7,04. E l’articolo “il” 4,98. Non si tratta di un nuovo gioco enigmistico: sono le cosiddette “valutazioni emozionali” delle parole, utilizzate dall’algoritmo di Hedonometer per misurare quant’è felice il mondo. È stato messo a punto da un’équipe di scienziati della University of Vermont e della Mitre Corporation: si tratta di un vero e proprio sensore di felicità, che monitora costantemente l’umore globale scandagliando tutto quello che viene pubblicato su Twitter. Almeno per ora: i ricercatori hanno già annunciato voler espandere l’analisi anche a Google Trends, New York Times, Cnn e Bit.ly, il servizio per abbreviare gli indirizzi internet.

Gli scienziati hanno avuto una tragica occasione per mettere alla prova la loro creatura lo scorso 15 aprile, in occasione dell’attentato alla maratona di Boston. Il giorno è risultato essere il più triste degli ultimi cinque anni. “È molto di più rispetto a quello che attualmente possono fare i giornalisti, cioè raccogliere micro-storie individuali“, racconta Chris Danforth, uno dei matematici che ha sviluppato il programma. “Il nostro strumento analizza delle macro-storie quantitative che in futuro potranno essere usate per capire come tutto il mondo, e non le singole persone, reagisce a un particolare evento”.

Come dicevamo, l’edonometro funziona misurando il valore psicologico di circa 10.000 parole, classificate da una serie di volontari in base alla loro “temperatura emozionale”: i partecipanti hanno votato i termini su una scala da uno a nove, dove un punteggio più basso indica una parola particolarmente triste. Al top della classifica troviamo espressioni come “hahaha” (7,94) e “ciliegia” (7,04); al fondo, “:(” (2,36), “guerra” (1,80) e “carcere” (1,76). Usando questi punteggi, l’équipe di ricerca ha analizzato circa cinquanta milioni di tweet ogni giorno: “Sostanzialmente, abbiamo lanciato tutte le parole in un enorme secchio“, spiega Peter Dodds, altro creatore dello strumento, “e poi abbiamo calcolato la felicità media del secchio”. Per restare nella metafora, gli scienziati puntano adesso ad aumentare ulteriormente la capacità del secchio, arrivando all’ordine di grandezza di miliardi di parole da analizzare ogni giorno.

Credits immagine: Piulet/Flickr

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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