Astronauti, nuove divise contro la microgravità

Nuove tute, attillate e fatte di un particolare materiale elastico che replicherà l’effetto della forza di gravità sul corpo per cercare di limitare l’espansione della colonna vertebrale degli astronauti: è il nuovo progetto degli scienziati del King’s College di Londra, a cui hanno collaborato anche sarti italiani ed americani.

Nello Spazio, senza la forza di gravità a comprimere le ossa, la colonna vertebrale può allungarsi di quasi 7 centimetri, stirando dolorosamente i muscoli e i nervi degli astronauti. Inoltre, dato che le ossa e i muscoli devono fare meno lavoro per mantenerli eretti, essi finiscono per deperirsi, causando problemi di schiena e di salute anche a lungo termine una volta ritornati sulla Terra.

“Qui sulla Terra opponiamo continuamente resistenza alla gravità, nel senso che anche quando stiamo seduti o camminiamo stiamo esercitando ossa e muscoli,” ha spiegato Phil Carvil del Centre of Human & Aerospace Physiological Sciences del King’s College, “Nello Spazio l’effetto della gravità è rimosso e, come conseguenza, ossa e muscoli non sono sottoposti alle forze naturali che sono necessarie per mantenerli in salute.”

Il nuovo materiale utilizzato è intrecciato in due diverse direzioni, in modo da produrre gradualmente più tensione, comprimendo il corpo dalle spalle fino ai piedi. Se approvato, l’astronauta Andreas Mogensen della European Space Agency sarà il primo ad indossarlo sulla Stazione Spaziale Internazionale alla fine del 2015.

Ma queste nuove tute saranno anche fondamentali per un futuro viaggio su Marte, che comporterà una missione di tempo notevolmente più lungo rispetto alle altre missioni con equipaggio umano effettuate finora.

“Nuove contromisure di questo tipo sono urgentemente necessarie nell’esplorazione spaziale,” ha commentato David Green, responsabile del progetto, “Gli astronauti al momento passano due ore e mezza al giorno facendo ginnastica e preparando e rimettendo a posto l’equipaggiamento necessario. E nonostante questo, essi sono ancora soggetti al deperimento delle ossa e dei muscoli. Le nuove tute offrono una soluzione efficace, che occupa poco spazio e che può essere indossata in pochi secondi”.

Riferimenti e credits immagine: King’s College London

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