Attivisti e integrati

Cosa rappresentano per gli attivisti arabi che vivono nei grandi centri a forte immigrazione di Gran Bretagna e Stati Uniti i concetti di cittadinanza, integrazione e multiculturalismo?

I ricercatori dell’Economic and Social Research Council (Esrc) lo hanno chiesto proprio a loro e hanno ottenuto risposte che mettono in dubbio lo stereotipo di persone poco integrate e più affezionate alle loro nazioni di origine che a quella in cui sono immigrati. Gli intervistati – abitanti delle città inglesi di Londra, Birmingham, Sheffield e Liverpool e Los Angeles, San Francisco, Washington DC e Detroit negli Usa – si vedono prevalentemente come membri di comunità multiple ed esprimono attaccamento alla loro terra d’origine, ma allo stesso tempo apprezzano i diritti e la sicurezza che le nazioni di adozione garantiscono, specialmente coloro che provengono da paesi in cui imperversano guerre civili o dittature.

Lo studio, condotto da Caroline Nagel della Loughborough University, ha coinvolto chi svolge ruoli di attivismo e organizzazione all’interno delle comunità immigrate, un lavoro che riflette la voglia di non voler recidere il legame con la propria terra d’origine. Ma proprio queste persone, dimostra la ricerca, sono anche quelle che si impegnano maggiormente nei nuovi contesti, dove sono determinate a vivere e far crescere i propri figli e di cui riconoscono e accettano i principi. (l.g.)

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