Sono 300.000 i bambini che combattono nel mondo, 100.000 in più rispetto a otto anni fa. La denuncia è della sezione francese del Fondo mondiale per l’infanzia (Unicef), che in occasione del quarantesimo anniversario della sua nascita, ha presentato un rapporto sulla situazione dei bambini soldato. Sparsi in circa venti paesi del mondo, nella sola Africa sud-sahariana sono in 120.000. Negli altri paesi le cifre scendono, ma restano comunque allarmanti: 12.000 in Uganda, 15.000 in Liberia e Colombia, 14.000 nel Burundi, 8.000 in Afghanistan. Cresce anche il reclutamento forzato delle bambine, che in Uganda e Colombia rappresentano un terzo dei ragazzi soldato e il 41 per cento di esse è costretta a combattere e a subire violenze sessuali. “Dall’adozione della Convenzione sui diritti dei bambini”, si legge nel rapporto, “i conflitti armati hanno mietuto più di due milioni di vittime tra i minori e ne hanno mutilati a vita più di sei, mentre 12 milioni hanno perso la propria famiglia”. Unicef-France ha intanto avviato una campagna contro il fenomeno dei bambini soldato e una raccolta di firme per chiedere l’applicazione di forti sanzioni e di un embargo verso quei paesi colpevoli di consegnare armi ai movimenti che utilizzano i giovani per la guerra. (r.p.)
