Le buone pratiche e l’uso di tecnologie a basso impatto ambientale non sono per forza un ostacolo per l’economia delle aziende. Anzi, possono consentire di ammortizzare i costi di adeguamento dei sistemi produttivi e persino di aumentare i guadagni. Lo afferma Nicole Darnall della George Mason University in uno studio su Public Administration Review.
La ricercatrice ha analizzato più di 2.600 aziende del settore manifatturiero dislocate in sette paesi statunitensi. Se da una parte è vero che regole più rigide finalizzate alla responsabilità sociale ed ambientale dell’impresa possono rappresentare un forte vincolo, le imprese che fanno scelte ecologiche, orientate a migliorare anche la produttività, riescono a rientrare completamente delle spese sostenute se non a guadagnarci. “Negli Stati Uniti, così come in altri paesi, manca una politica puntuale per contrastare i cambiamenti climatici e ciò dipende in parte dal fatto che l’entrata in vigore di una legislazione nazionale avrebbe un forte impatto in termini di costi aggiuntivi per le imprese”, afferma Darnall. I risultati della ricerca dimostrano però che tali costi possono essere compensati o eliminati interamente. Questo significa, rimarca la ricercatrice, che è possibile adottare politiche ambientali più ambiziose e stringenti senza che ciò determini necessariamente ricadute negative per le filiere produttive. Quelle imprese che implementano tecnologie orientate alla sostenibilità ambientale, inoltre, sempre più tendono a chiedere di fare lo stesso ai loro fornitori.
Due sono le strategie che le aziende possono perseguire per ottenere profitti pur adottando comportamenti ecologici: migliorare i processi produttivi interni, preferendo l’impiego di sostanze non tossiche che consentirebbe di eliminare il problema dello smaltimento dei rifiuti, e sviluppare prodotti e tecnologie “verdi” innovative da inserire nelle nuove nicchie di mercato. I risultati della ricerca dimostrano infatti che vi è una crescente domanda, da parte dei consumatori, di prodotti biologici ed ecologici (il 30% cerca questi prodotti ed è disposto a spendere di più).
L’analisi è la prima che approcci il problema a livello internazionale. Sarà ora importante considerare anche come aziende che operano su più mercati, nazionali ed esteri, possano agire nel rispetto di normative ambientali differenti. (e.r.)
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