Artrite reumatoide: come scegliere il farmaco

    In Italia l’artrite reumatoide colpisce circa 300 mila persone di tutte le età. Si tratta di una patologia cronica con un grave impatto sulla qualità di vita dei pazienti, e i cui costi (diretti e indiretti) superano i tre miliardi di euro ogni anno. I farmaci biologici, disponibili ormai da oltre un decennio, hanno rivoluzionato la cura di questa malattia, allungando l’aspettativa di vita e la prognosi dei pazienti. Si tratta però di terapie con un costo elevatissimo, che supera i 13 mila euro per un anno di terapia, e non sempre risultano efficaci. Uno studio pubblicato su Plos One da un team di ricercatori della Sapienza di Roma indica però una possibile soluzione: la metabolomica, una nuova tecnica che potrebbe aiutare a individuare in anticipo i pazienti che si possono giovare maggiormente delle cure.

    Con il termine metabolomica si intende lo studio sistematico delle impronte chimiche lasciate dai processi cellulari. Analizzando le molecole che vengono prodotte dai processi metabolici delle cellule, o metaboliti, è infatti possibile ottenere una specie di istantanea, che cattura il funzionamento del metabolismo cellulare, e permette di tracciare un profilo essenziale di un paziente.

    Gruppi di pazienti con le stesse caratteristiche, ad esempio una buona risposta ad un determinato farmaco, avranno un profilo, o panorama, metabolomico simile. Partendo da questa ipotesi, i ricercatori della Sapienza hanno deciso di verificare se questa tecnica permette di identificare i pazienti con artrite reumatoide su cui hanno maggiore efficacia i farmaci biologici.

    Nello studio, 27 malati con artrite reumatoide sono stati sottoposti ad un’analisi metabolomica, effettuata con risonanza magnetica nucleare dei loro fluidi biologici, e sono poi stati sottoposti per sei mesi alla terapia con anti-Tnf (farmaci biologici che bloccano una proteina responsabile, almeno in parte, dei sintomi della malattia). Al termine del trattamento, 18 pazienti hanno mostrato una buona risposta ai farmaci, mentre per 9 la terapia è risultata inefficace.

    Confrontando i loro panorami metabolomici i ricercatori hanno verificato che questi permettevano di identificare con una buona significatività statistica i pazienti che avrebbero giovato maggiormente della terapia. Il prossimo passo, spiegano i ricercatori, sarà ora ridurre il numero di variabili. Arrivando a identificare un piccolo gruppo di descrittori essenziali, cioè le caratteristiche del metaboloma che permettono di identificare i pazienti che rispondono alla terapia, si potrà quindi sviluppare un “navigatore metabolomico”, un dispositivo veloce ed economico con cui identificare le terapie migliori per ogni singolo paziente attraverso l’analisi del suo metaboloma.

    Riferimenti: 1H-NMR-Based Metabolomic Study for Identifying Serum Profiles Associated with the Response to Etanercept in Patients with Rheumatoid Arthritis; Roberta Priori, Luca Casadei, Mariacristina Valerio, Rossana Scrivo, Guido Valesini, Cesare Manetti; Plos One DOI: 10.1371/journal.pone.0138537

    1 commento

    1. per chi e’ impossibilitato ad assumere farmaci biologici che terapia deve seguire se soffre di un reflusso gastroesofageo importante con ernia iatale per cui gli antinfiammatori vanno a creare problemi al tessuto gastrico idem il cortisone perche’ avuti problemi con cin 3 e subito interventi di isterectomia totale anche delle ovaie?

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