Giornata contro il cancro, nuove speranze per il glioblastoma

    Nel 2012 sono state 8,2 milioni le morti per cancro. Ma il big killer fa paura anche per il futuro, quando le stime parlano di 22 milioni di casi per i prossimi 20 anni, e un’impennata nelle morti che raggiungerà la cifra di 13 milioni l’anno. A diffondere i numeri della piaga dei tumori è, in occasione della Giornata mondiale contro il cancro, che ricorre oggi 4 febbraio, l’International Agency for Research on Cancer (IARC) dell’Organizzazione mondiale della sanità, che presenta oggi il World Cancer Report 2014.  

    Se i più diagnosticati restano i tumori ai polmoni, al seno e all’intestino, preoccupa anche il glioblastoma, il più aggressivo dei tumori cerebrali, e per il quale oggi uno studio dei ricercatori della McGill University di Montreal, di cui è primo autore Alessandro Perin, neurochirurgo dell’Istituto Neurologico Besta di Milano, offre nuove speranze terapeutiche. La scoperta, cui hanno collaborato anche l’Ospedale di Treviso, l’Istituto di genetica e biofisica “Adriano Buzzati Traverso” di Napoli e l’Hotchkiss Brain Institute dell’Università di Calgary (Canada), è stata pubblicata dalla rivista Nature Communications

    Gli scienziati hanno individuato due particolari proteine che avviano la crescita del glioblastoma. Si tratta di due fattori di trascrizione, chiamati rispettivamente FOXG1 e Groucho/TLE, che potrebbero divenire in futuro anche bersagli di nuove terapie antitumorali che mirino a “disattivarle”, fermando così lo sviluppo di questo tumore cerebrale.

    Queste due proteine, in particolare, agiscono su uno specifico gruppo di cellule di differenti tipologie da cui parte lo sviluppo del glioblastoma e che ne costituisce il primo nucleo. Tali cellule, chiamate per questa ragione brain-tumor initiating cells (BTICs) e tra cui vi sono anche le cellule staminali tumorali, hanno la capacità di portare allo sviluppo del tumore anche quando sono poco numerose. Proprio per tale ragione sono spesso la causa delle recidive di questa patologia anche dopo interventi chirurgici, radioterapia e chemioterapia.

    La novità più rilevante introdotta da questo studio è proprio legata a questa loro negativa caratteristica: bloccando i meccanismi di proliferazione della BTICs, i ricercatori intendono contrastare la formazione delle recidive del tumore, una forma di questa patologia ancora più aggressiva.

    “FOXG1 e Groucho/TLE, come dei veri e propri interruttori”, spiega Alessandro Perin, “‘accendono e spengono’ l’espressione e quindi l’azione di numerosi geni: per questo aver scoperto il ruolo di questi due fattori di trascrizione apre diverse possibilità terapeutiche. Tuttavia è importante sottolineare che, sebbene sia un passo importante, non è ancora una cura e che quindi andranno ancora sviluppati ulteriori studi prima di un eventuale applicazione in pratica clinica”.

    Riferimenti: Transcription factors FOXG1 and Groucho/TLE promote glioblastoma growth; Federica Verginelli, Alessandro Perin, Rola Dali, Karen H. Fung, Rita Lo, Pierluigi Longatti, Marie-Christine Guiot, Rolando F. Del Maestro, Sabrina Rossi, Umberto di Porzio, Owen Stechishin, Samuel Weiss & Stefano Stifan Nature Communications Doi: 10.1038/ncomms3956

    Credits immagine: Phil and Pam/Flickr

    Se avete ricerche e studi da segnalare alla redazione per la rubrica “Ricerca d’Italia” scrivete a redazione@galileonet.it

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