Il buonsenso, gli indignati e la violenza del paleolitico

    Non possiamo esimerci dal parlare dei “fatti di Roma di sabato 15 ottobre”; per almeno due motivi:

    1 – I giovani vogliono riprendersi il tempo che hanno davanti e che è stato loro scippato per avidità e inettitudine

    2 – La violenza c’è stata, ma – dirlo e basta – è come constatare una malformazione incurabile degli umani.

    Già in altre occasioni abbiamo osservato che alcuni vecchi mandrilli stanno consumando le risorse del paese e del mondo con azioni disgustose di mercato. Gli emergenti (Cina, India, Sudamerica) stanno facendo sforzi inauditi per adeguarsi, mettendo i piedi nel piatto. Una volgarità intellettuale senza precedenti sta trafficando per riattivare il neoliberismo più becero e truffaldino senza cedere nulla dei vantaggi mostruosi acquisiti dalla minoranza ricca. I poveri stanno sempre peggio perché non trovano più gli strumenti per raggiungere la pace di una vita tranquilla senza trappole: il lavoro, la possibilità di fare famiglia e figli, la salute, la cultura sono i grandi settori del “precariato contemporaneo”.

    Ma sbaglieremmo a dire che ciò che manca sono i soldi: ciò che manca è la qualità della dignità oggi accessibile attraverso le azioni collettive, cioè la politica. E’ di questo che si sono accorti i giovani e giovanissimi che, sabato 15 ottobre, in tutto il mondo, hanno gridato pacificamente di averne coscienza e di rivolere il maltolto: ché solo di maltogliere si occupano proprio i governanti di quest’epoca un po’ squallida, densa di democrazie rappresentative non del popolo ma della tratta dei politici. I politici possono mettere in moto le leggi che fanno loro comodo, la loro polizia, le minacce e le schedature; ma questo, oggi constatiamo, rafforza nei nostri discendenti ancora liberi quegli ideali che si erano buttati nel cestino per dedicarsi agli affari. 

    Ed ecco che, secondo un copione vecchio come le cose peggiori del mondo, fra i nostri saggi giovani compaiono gli “infiltrati” con spranghe e bombe; e tutti chiedono: “ma chi sono?”. Sono semplicemente dei subumani che credono al potere della violenza come quegli altri credono al potere dei soldi: non c’è molta differenza nei risultati. Ma, come ribadiamo incessantemente su questi fogli, la violenza è intollerabile in qualunque pensiero razionale, come la stupidità, l’egoismo, l’avidità, l’arroganza, il razzismo e tutto ciò che impedisce il formarsi di una comunità umana di veramente simili. E qua spuntano la scuola, la storia, l’istruzione, l’immaginazione, la capacità di difendersi, persino i sogni. Questi incappucciati neri avrebbero bisogno di una “nonviolenza dell’obbligo” da digerire bene sin da piccoli: sporcano il mondo con i loro vandalismi e le loro provocazioni. Bisognerebbe regalare loro un’isola deserta in cui cuocersi nel loro brodo che puzza di sangue finché non riescono a raggiungerci dal loro paleolitico in cui vince ancora il più forte.

    Sembra incredibile che esista ancora gente così; anzi, sembra mostruoso. Tra poco, finiremo con il parlarne nell’Unione Scienziati per il Disarmo, perché gli ordigni atomici sono certamente il peggio del peggio; ma anche la violenza usata in piazza fa danni molto duraturi. Basta. Recuperiamo uno stile, visto che è una delle poche cose che non si vendono ma si acquistano soltanto con l’impegno personale di ciascuno.

    3 Commenti

    1. Indignarsi è importante, ma resta pur sempre una reazione emotiva che si contrappone ad un’altra reazione emotiva: l’avidità, che deriva a sua volta dalla paura, dal vedere il prossimo come nemico. Basta spostare la consapevolezza dalla competizione alla collaborazione, come mostra http://www.whymap.com.

    2. Fintanto che ci sarà “qualcuno” che “alleva” questi mostri rimarremo ostaggi di questa società che abbiamo creato.
      Solo la presa di coscienza che ognuno di Noi ha l’obbligo morale di crescere i propri figli come “esseri pensanti” e non come “bestie miopi” ci riscatterà dalla colpa di avere trascinato il mondo nella barbarie, dove le parole dignità, rispetto e tolleranza hanno cessato di avere significato.
      Bisogna che ognuno di Noi faccia qualcosa, perchè se è vero che la strada per riaffermare la nostra umanità può essere lumga e faticosa e altrettanto vero che senza il primo passo essa diventa infinita.

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