Nuovi fossili di Homo nel santuario delle amigdale

    “Questi nuovi ritrovamenti confermano in maniera definitiva che quella che stiamo investigando è una delle aree a più alta potenzialità per le ricerche che si occupano delle origini della nostra specie sapiens, i cui diretti antenati compariranno nella regione circa quattrocentomila anni più tardi”. Con queste parole il paleoantropologo della Sapienza Università di Roma di Alfredo Coppa commenta la scoperta nella Dancalia Eritrea, nella zona del santuario delle amigdale, di nuovi fossili del genere Homo, risalenti a un milione di anni fa. 

    Il ritrovamento nel santuario delle amigdale (il sito di Muhuli Amo) consiste di alcuni frammenti cranici appartenenti allo stesso individuo i cui resti vennero trovati precedentemente già nella zona dall’equipe internazionale guidata da Coppa (Vedi Galileo: Ecco i santuario delle amigdale). Si tratta di fossili di grande importanza, come spiegano gli scienziati, perché sommandosi a quelli precedenti permettono di ricostruire un intero parietale sinistro, gettando luce sulle caratteristiche di questo esemplare del genere Homo, ma non solo del singolo individuo. Come aggiungono gli esperti, infatti, quanto venuto alla luce è molto simile a un cranio scoperto nel vicino sito di Uadi Aalad, confermando che i fossili eritrei sono rappresentativi di un’unica popolazione.

    Agli scavi nella Dancalia eritrea partecipano partecipano anche i ricercatori del Regional Museum di Massawa, dell’Eritrean National Museum di Asmara, delle Università di Firenze, Padova, Torino, Ferrara, Bologna, del Museo Pigorini di Roma, dell’Università di Barcellona e del Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi. 

    Riferimenti e credits immagine: Sapienza Università di Roma

    Se avete ricerche e studi da segnalare alla redazione per la rubrica “Ricerca d’Italia” scrivete a redazione@galileonet.it

    LASCIA UN COMMENTO

    Please enter your comment!
    Please enter your name here