Se la terra trema sotto la centrale

    Impossibile avere ora un quadro chiaro del rischio nucleare in Giappone. Per il momento si può soltanto aspettare e seguire gli sviluppi della situazione, tra notizie ufficiali e ufficiose. 

    Quelle ufficiali arrivano dal ministro per la Strategia nazionale giapponese, Koichiro Genba, che ha escluso il rischio che si ripeta quel che è accaduto a Chernobyl del 1989. Ma altrettanto ufficiali sono le dichiarazioni della Tepco (Tokyo Electric Power Company, che gestisce 17 delle 55 centrali nipponiche) e della Iaea (International Atomic Energy Agency, che ha una scala per stimare la pericolosità dei danni nucleari). Ebbene, ad oggi sappiamo che non solo il reattore 3 della centrale Fukushima- Daiichi sarebbe compromesso (quello che rilasciato nell’aria delle preoccupanti nubi) ma anche il reattore 2.

    La centrale ha in tutto 4 reattori. L’edificio in cui si trova il reattore 1 è stato distrutto dalla forte scossa di terremoto (qui il video), ma sembra che il nucleo sia rimasto intatto. Ieri è crollata la parte esterna del reattore 3 ma, di nuovo, il core è ancora salvo (qui il video). È quindi il nucleo del reattore 2 a preoccupare di più, perché sarebbe rimasto scoperto per due ore. Ora la Tepco sta pompando acqua di mare nella struttura per raffreddarlo, mentre ha smesso nei reattori 1 e 3 perché le rispettive riserve di acqua si sono quasi esaurite. I nuclei restano parzialmente scoperti. La zona intorno alla centrale è stata evacuata per un raggio di 20 chilometri. Altre tre centrali hanno subito dei danni (come quella di Fukushima Daini, dove l’area è stata evacuata nel raggio di 10 chilometri) ma sembrano sotto controllo. 

    Il disastro naturale che ha colpito il Giappone non ha precedenti, ma non è la prima volta che la nazione deve far fronte a un possibile pericolo nucleare a seguito di un terremoto (vedi Galileo). Danni di più lieve entità avevano già riguardato la centrale atomica di Kashiwazaki-Kariwa nel 2007, e del materiale contaminato si era riversato nelle acque. Dopo più di dieci giorni dall’incidente, la Iaea non era ancora riuscita a stimare il grado di contaminazione ambientale. 

    Nel video, il direttore generale dell’Iaea, Amano, parla con i tecnici della sicurezza nucleare e del rischio sismico in Giappone.

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