Calcolare il paesaggio

L’alternanza di creste e vallate offre all’occhio umano un esempio di organizzazione ripetitiva e regolare estremamente precisa. Un nuovo modello matematico elaborato da ricercatori svizzeri e statunitensi, di cui ha dato notizia la rivista Nature, permette oggi di simulare l’evoluzione del paesaggio tenendo conto dei due principali fattori che collaborano a essa: l’incisione del terreno da parte dei corsi d’acqua e il deposito dei sedimenti.

Il modello attuale prevede la competizione tra l’incisione del suolo operata dai corsi d’acqua  e il riempimento dei canali così formatisi da parte di nuovo materiale. Utilizzando immagini ad alta risoluzione, gli autori sono riusciti a determinare cosa regola la spaziatura fra creste e vallate: il rapporto fra l’intensità con cui si insinuano i sedimenti (chiamata D) e l’intensità di incisione del canale (K);  il tasso di erosione è risultato, invece, ininfluente. Nel nuovo modello proposto, tale rapporto (D/K) può essere determinato utilizzando i dati topografici a disposizione.

Attraverso questo approccio i ricercatori hanno predetto correttamente la spaziatura fra creste e vallate in cinque regioni degli Stati Uniti con caratteristiche geologiche e climatiche differenti. Ciò ha permesso anche di elaborare delle ipotesi su come alcuni fattori che influenzano il rapporto D/K interagiscono fra loro. In particolare, rocce più friabili e climi più secchi sarebbero associati a vallate con spaziature più ristrette, in cui l’incisione del canale predomina; rocce più dure e climi più umidi caratterizzerebbero, invece, vallate con periodicità maggiore, in cui prevale la deposizione dei sedimenti.

“I nostri risultati forniscono una spiegazione quantitativa di una delle caratteristiche del paesaggio più facilmente osservabili”, riportano gli autori nell’articolo. Nonostante i limiti di questa prima analisi – per esempio la ricerca ha preso in considerazione pochi siti non rappresentativi di tutte le possibili situazioni geomorfologiche – il modello proposto verrà utilizzato per effettuare nuovi studi. (si.sol.)

Fonte: Nature doi:10.1038/nature08174

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