DODICI ore di luce e dodici ore di buio, almeno approssimativamente. È sulla base di questa proporzione che il nostro corpo, per millenni, si è evoluto e abituato a vivere. Regolando di conseguenza, nell’arco della giornata, metabolismo, produzione di enzimi, rilascio di ormoni e così via. Un vero e proprio orologio che scandisce con precisione i tempi della fisiologia umana e che, se sottoposto a stress eccessivo, può funzionare male fino a costituire un grave pericolo per la salute. È quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori della Harvard University: gli autori del lavoro, in particolare, si sono concentrati sull’illuminazione notturna artificiale – un fattore notoriamente collegato allo sfasamento dell’orologio biologico – mostrando che un’esposizione alla luce superiore alla norma è correlata a un maggior rischio di sviluppare cancro al seno, specialmente per le donne in età precedente alla menopausa. Lo studio è stato pubblicato sulle pagine della rivista Environmental Health Perspectives.
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