Cannabis terapeutica: poche le prove di efficacia

“Sono ancora necessari studi approfonditi per valutare l’effetto terapeutico dei cannabinoidi [i principi attivi di cannabismarijuana], perché ci sono poche prove della reale efficacia della sostanza”. Sono queste le conclusioni di uno studio scientifico appena pubblicato sul Journal of the American Medical Association da un’équipe di ricercatori della University of Bristol, che ha analizzato le prove a supporto della tesi che il trattamento con cannabinoidi sia efficace per alleviare nausea, effetti collaterali della chemioterapia, disturbi del sonno e sindrome di Tourette. Più precisamente, il lavoro è un meta-studio, cioè un’analisi critica di tutti – o quasi – gli articoli pubblicati in precedenza sullo stesso argomento. I risultati, secondo gli autori, evidenziano uno scenario ancora troppo nebuloso e incerto per poter trarre delle conclusioni definitive sulla reale efficacia terapeutica della sostanza.

Gli autori, in particolare, hanno esaminato 79 studi clinici randomizzati che includevano complessivamente 6.462 partecipanti. La maggior parte dei lavori, fanno notare gli scienziati, suggeriva che i cannabinoidi fossero associati a un miglioramento nei sintomi sopra descritti, sebbene, in realtà, questa correlazione non sempre aveva significatività statistica. “Ci sono prove di qualità moderata”, spiegano, “che suggeriscono che i cannabinoidi potrebbero essere di beneficio per il trattamento delle neuropatie croniche, del dolore da cancro e della spasticità tipica della sclerosi multipla. Ci sono evidenze di bassa qualità [sempre da un punto di vista statistico, nda] che mostrano che i cannabinoidi siano associati a miglioramenti nel trattamento della nausea e del vomito dovuti alla chemioterapia, della perdita di peso nei pazienti sieropositivi, dei disturbi del sonno e della sindrome di Tourette. E, infine, ci sono evidenze di pessima qualità per un miglioramento dell’ansia”.

Allo stesso modo, continua lo studio, ci sono prove statisticamente poco qualitative che l’uso di cannabinoidi non abbia effetto su psicosi e depressioni (in altre parole: non si può dire con certezza che la cannabis terapeutica non sia correlata all’insorgenza di psicosi e depressioni).

Oltre ai benefici, i ricercatori hanno valutato anche gli effetti collaterali dell’uso della sostanza. Notando, nel breve termine rispetto all’assunzione, l’aumento di rischio di soffire di bocca secca, fatica, sonnolenza, euforia, disorientamento, confusione,perdita dell’equilibrio e allucinazioni. Dall’analisi non è risultata alcuna prova chiara di differenze negli effetti collaterali né nei benefici al variare della modalità di somministrazione e del tipo di cannabinoide usato. Per la precisione, è da specificare che solo due studi hanno valutato gli effetti della cannabis: negli altri erano studiati, in generale, altri cannabinoidi. Non c’è alcuna prova, comunque, che dimostri che gli effetti della cannabis siano diversi da quelli di altri cannabinoidi.

“Sono necessari altri studi randomizzati, più estesi e più robusti”, concludono gli scienziati, “per confermare gli effetti dei cannabinoidi, in particolar modo relativamente al trattamento dei disturbi per i quali c’è carenza di prove scientifiche”. A febbraio scorso, come vi avevamo spiegato, anche l’Italia ha dato il via alla produzione di cannabis terapeutica. I primi lotti di prodotto dovrebbero essere disponibili già in estate.

 

Via: Wired.it

Credits immagine: Marihuana Blog/Flickr CC

Sandro Iannaccone

Giornalista a Galileo, Giornale di Scienza dal 2012. È laureato in fisica teorica e collabora con le testate La Repubblica, Wired, L’Espresso, D-La Repubblica.

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  • "ci sono prove statisticamente poco qualitative che l’uso di cannabinoidi non abbia effetto su psicosi e depressioni" la prova qualitative è guardarsi a torno al di fuori di uno studio su 10.000, perchè se i cannabinoidi provocassero psicosi , mettiamo dopo un uso a lungo termine tutto il mondo sarebbe psicotico.Ci sono studi che stanno dimostrando in questi giorni, e con dimostrando intendo praticamente come il THC in sinergia con il CBD, uccida le cellule tumorali; senza contare poi che l'assunzione di cannabinoidi non è altro uno stimolo che diamo al nostro già presente sistema ENDOcannabinoide ( endo appunto). Poi a Dio piace

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