Cartesio cambia faccia

Un numero di domande tre volte superiore a quelle ricevute l’anno scorso. Sono 85 i progetti di ricerca presentati nel 2005 alla Gran Giuria del premio Cartesio, il riconoscimento dell’Unione Europea alla ricerca transnazionale di eccellenza. Ben 63 invece i concorrenti per la sezione dedicata alla comunicazione scientifica inaugurata l’anno scorso. In ragione anche del gran numero di partecipanti, la giuria ha deciso quest’anno di cambiare formula e di premiare fino a 5 progetti anziché uno solo. I finalisti per la ricerca scientifica si contenderanno 1.150.000 euro, quelli per la comunicazione 275.000. Tra i progetti di ricerca arrivati in finale – 4 di scienze fisiche, 4 di scienze biologiche, 2 di scienze socio-economiche, 1 di scienze della Terra, 2 di ingegneria e 1 di scienze informatiche – figurano anche degli italiani. In particolare sono italiani i due coordinatori dei gruppi di ricerca in ingegneria, Antonio Pizzi di stanza all’Università di Nancy in Francia presenta una ricerca per realizzare adesivi ai tannini, molto usati nell’industria del legno, a bassa o nessuna emissione di formaldeide; e Dino Fiorani del Consiglio Nazionale delle Ricerche che lavora, insieme ad altri 7 gruppi, alla realizzazione di dispositivi di stoccaggio dati dalle dimensioni nanoscopiche ma ad alta densità. Tecnologico anche il terzo gruppo italiano presente: la Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento S. Anna che insieme alla Fundacion Labein del Parque Tecnologico de Bizkaia (Spagna) ha realizzato un software che permette ai non vedenti di “toccare” le immagini presenti su uno schermo di un computer e di interagire così con oggetti virtuali in tre dimensioni. Ancora Italia – Emilio Hirsch, del dipartimento di Genetica, Biologia e Biochimica – nel progetto PITCID che lavora alla realizzazione di nuove cure per le malattie infiammatorie croniche; nel progetto PULSE (Nicola D’amico, INAF Osservatorio Astronomico di Cagliari) che ha scoperto la prima pulsar doppia; e nel progetto EURO-PID per la ricerca genetica delle malattie autoimmuni a cui partecipano l’Università degli studi di Brescia e l’Istituto di Tecnologie Biomediche del Cnr. Per i 14 finalisti si aprono ora i colloqui con la giuria, e poi non ci sarà che attendere l’appuntamento dell’1 e del 2 dicembre a Londra, nei saloni della Royal Society, dove verranno annunciati i vincitori. (l.g.)

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here