Catene alimentari: più lunghe nei grandi laghiQuanto è lunga una catena alimentare, e cosa determina la sua estensione? Secondo alcuni ecologi della Cornell University di New York, più un ecosistema è grande, più lunga sarà la lista di predatori e prede in esso ospitati. Lo studio, pubblicato su Nature, è stato condotto in diversi ambienti acquatici: dai Grandi Laghi del Canada a stagni di piccole dimensioni. Che tra le alghe fotosintetiche e i pesci più grandi, come trote e lucci, possono contenere dozzine o addirittura centinaia di “predatori-prede” intermedi. “Finora si pensava che la lunghezza di una catena alimentare in un ecosistema acquatico dipendesse dalla quantità di energia disponibile sotto forma di materia organica che dall’efficienza dell’attività fotosintetica. I nostri risultati mostrano che non è così, ma non riusciamo ancora a capire perché”, ha dichiarato David Post, uno degli autori dell’articolo. La lunghezza delle catene alimentari è stata stabilita misurando la quantità di azoto 15, una variante dello stesso azoto caratterizzata da un neutrone in più nel nucleo, che è presente nei tessuti degli organismi. Spostandosi verso l’estremo superiore di una catena alimentare, la quantità nei tessuti di questo elemento aumenta. Gli ecologi hanno così confrontato il livello di azoto 15 tra gli organismi che occupano le posizioni iniziali e finali di questa classifica alimentare nei vari ecosistemi acquatici. Conclusione: i predatori nei grandi laghi contengono più azoto 15 dei loro “fratelli” nei piccoli laghi. “Lo stesso principio”, ha osservato Post, “si può applicare anche a ecosistemi terrestri, come foreste grandi e piccole”. (m.g.)
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