Finalmente lo si può dire, e scrivere, senza margine di incertezza: su Marte c’è ghiaccio. A fornire la prova finora mancante è stato il radar italiano Marsis, montato a bordo della sonda Mars Express dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa). Esplorando la superficie del pianeta rosso, Marsis ha scoperto un cratere pieno di materiale ghiacciato di 250 chilometri di diametro sepolto a scarsa profondità nelle pianure settentrionali della regione di Chryse Planitia. Inoltre, andando a scrutare i depositi attorno al Polo Nord del pianeta, il radar ha trovato indizi di uno strato spesso un chilometro di ghiaccio puro, al di sopra di uno strato più profondo di regolite basaltica. “Le frequenze che abbiamo rilevato sono compatibili con quelle rilevate nel ghiaccio di acqua”, spiega Giovanni Picardi dell’Università La Sapienza di Roma, il ricercatore che gestisce lo strumento. Nessuna prova materiale, quindi, solo strumentale. “Potrebbe trattarsi anche di un materiale sconosciuto sulla Terra che esiste solo su Marte”, ipotizza il ricercatore. Ma dal momento che anche tutti gli altri strumenti propendono per l’acqua, l’Esa si è ormai sbilanciata. Insieme ai risultati di Marsis, che saranno pubblicati domani su Science, oggi durante la conferenza stampa nella sede dell’Agenzia a Parigi, infatti, sono stati presentati i dati anche di un altro strumento lanciato all’esplorazione di Marte: Omega, uno spettrometro che ha realizzato una mappa della quasi totalità della superficie marziana. Evidenziando la presenza di due differenti classi di minerali, i fillosilicati e i solfati idrati, su aree isolate ma molto grandi; un dato che svela come circa 3,8 miliardi di anni fa, ci fossero grandi quantità di acqua allo stato libero su Marte e che il clima fosse abbastanza caldo da permettere la vita. L’obiettivo per Marsis è ora la fine dell’anno, quando sarà possibile analizzare il Polo Sud, dove i ricercatori sperano di trovare acqua allo stato liquido. (l.g.)
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