Categorie: Salute

Check up per muscoli, veloce e indolore

Un dispositivo per diagnosticare e valutare le degenerazioni muscolari in maniera non dolorosa né invasiva. Lo stanno mettendo a punto i ricercatori dell’Harvard Medical School in collaborazione con gli ingegneri elettronici del Mit di Boston, sfruttando la misura dell’impedenza elettrica muscolare (Eim).

Gli esami oggi a disposizione per misurare la progressiva perdita della funzionalità muscolare – spesso causata da malattie neuromuscolari come la sclerosi laterale amiotrofica (Sla) e la distrofia muscolare – sono invasivi, dolorosi e non sempre precisi. Il nuovo sistema, ideato da Seward B. Rutkove, somiglia, all’apparenza, alla sonda per le ecografie e permette di applicare una corrente elettrica ad alta frequenza direttamente sulla pelle. Quando passa attraverso i fasci di fibre muscolari, la corrente registra un determinato ritardo (o shift di fase), a causa della presenza di numerose membrane cellulari. I ricercatori hanno scoperto che questo ritardo cambia a seconda della salute del muscolo: in un tessuto muscolare malato, per esempio, ci sono meno membrane cellulari e il ritardo è ridotto.

I ricercatori di Harvard hanno realizzato le prime prove con strumenti usati per la misura della composizione corporea (calcolo della percentuale di massa grassa e massa magra), modificati per la Eim. Uno dei problemi principali usando questi strumenti era la necessità di fare numerose misurazioni modificando più volte l’inclinazione degli elettrodi su una stessa area del corpo. “Il nuovo dispositivo invece permette di applicare una corrente elettrica contemporaneamente con diverse inclinazioni, abbreviando i tempi dell’esame”, spiega Joel Dawson, capo del team di ingegneri elettronici del Mit. La testa del dispositivo(quella a contatto con la pelle del paziente) contiene due cerchi concentrici di piccoli elettrodi: uno invia corrente e l’altro misura il voltaggio di ritorno. Questi elettrodi individuali possono essere connessi elettronicamente in diverse combinazioni per agire come un singolo grande elettrodo, o possono essere isolati per dare una risoluzione più accurata.  Un computer poi calcola l’impedenza e restituisce i risultati in un serie di grafici.

Rutkove sta provando la nuova tecnica in pazienti con la Sla e in bambini con atrofia muscolare spinale per capire come interpretare i dati: sta cercando l’intervallo di valori di riferimento per ogni patologia. “Sarebbe importante avere uno strumento non invasivo e non doloroso per valutare la funzionalità muscolare ”, ha commentato Michael Benatar, neurologo della Emory University: “Speriamo di poter presto usare la Eim per individuare anormalità non visibili clinicamente o con le tecniche convenzionali”. (c.v.)

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