Le emozioni legate al senso morale hanno bisogno di tempo per essere elaborate dal cervello. Per questo, l’attuale comunicazione, per lo più digitale e televisiva, pensata per un “consumo veloce”, non è adatta a risvegliare emozioni come l’ammirazione o la compassione. È quanto rivela uno studio condotto da un gruppo di neuroscienziati guidati da Antonio Damasio, direttore del Brain and Creativity Institute della University of Southern California (Usc).La ricerca, una delle prime che passa in esame le emozioni complesse piuttosto che quelle primarie come il dolore e la paura, è apparsa online su Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas) e ha avviato una riflessione sulla percezione e l’elaborazione degli eventi nel tempo dell’informazione digitalizzata.
Gli esseri umani selezionano le informazioni molto velocemente e possono reagire emotivamente al dolore fisico altrui in frazioni di secondi. Lo stesso, però, non avviene nel caso dell’ammirazione e della compassione, due emozioni sociali che hanno bisogno di più tempo per essere “ispirate”. Durante lo studio, i ricercatori si sono serviti di alcune storie per indurre, in 13 volontari, ammirazione per le virtù e le abilità altrui, o compassione per il dolore sociale di altre persone. La risonanza magnetica per immagini ha mostrato che questi racconti attivano la corteccia posteromediale, legata al consapevolezza di sé e, soprattutto, che il cervello umano ha bisogno dai 6 agli 8 secondi per generare una risposta emotiva (contro la frazione di secondo necessaria in seguito ai racconti sul dolore fisico). Una volta innescati, però, i sentimenti di compassione e ammirazione perdurano più a lungo rispetto alle reazioni al dolore fisico. Secondo gli studiosi, l’informazione veloce e frammentaria offerta dai nostri mezzi di comunicazione (Internet e social network, ma anche televisione e videogame) potrebbe non darci il tempo di provare queste emozioni.
“In una cultura mediatica in cui la violenza e la sofferenza diventano uno show, se le informazioni scorrono troppo velocemente è difficile, soprattutto per un cervello in fase di sviluppo, avere tempo sufficiente per provare quei sentimenti che fanno nascere nei cittadini l’etica e la moralità”, ha commentato Manuel Castells, tra i maggiori studiosi a livello mondiale della Società dell’Informazione. (r.p.)
Riferimento: doi/10.1073/pnas.0810363106
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